La vertenza della Bekaert di Figline Valdarno non meritava di finire come è finita, non meritava di finire così sopratutto per l’impegno che i lavoratori, ci hanno messo in questi tre anni.
Non c’è stato alcun passo indietro della Bekaert al tavolo convocato dal Ministero dello Sviluppo Economico: l’azienda non si è detta disponibile a prolungare la cassa integrazione. E la data di oggi 4 maggio è l’ultima per i circa 120 lavoratori rimasti in vertenza, per i quali ora scattano i licenziamenti.
Si consuma per l’ennesima volta un dramma sociale causato da aziende predatorie che carpiscono il saper fare dei lavoratori e se ne vanno lasciandosi alle spalle drammi umani e territori feriti.
Questa amara conclusione chiama in causa responsabilità non solo dell’impresa ma anche politiche ed istituzionali; se l’azienda ha avuto un atteggiamento inaccettabile, anche la Fim, Uilm e Regione Toscana firmando il 24 febbraio i licenziamenti non hanno saputo svolgere un ruolo politico in questa vertenza.
Anche i governi che in questi anni si sono succeduti non hanno mai esercitato un ruolo reale facendo anzi fallire l’unico vero piano industriale presentato, quello della cooperativa.
La Bekaert stata usata soprattutto come passerella per politici in cerca di consensi piuttosto che come reale impegno per la salvaguardia dei posti di lavoro; Tante le bufale dei politici ammannite ai lavoratori in questi anni, da Di Maio ai Presidenti della Regione Rossi e Giani.
Come Partito della Rifondazione Comunista troppe volte abbiamo sostenuto che è impensabile che in Italia non ci siano leggi e normative contro le speculazioni selvagge a scapito dei lavoratori e si abbandonino le sorti dell’occupazione e dell’economia del paese alle logiche del mercato e del profitto.
Per questo contrastiamo il recovery plan di Draghi che prosegue sulla stessa linea neoliberiste erogando cifre enormi alle imprese, ma non prevedendo politiche industriali e un piano per l’occupazione all’altezza della drammatica crisi economica e sociale in atto;
Antonello Patta (responsabile lavoro PRC)
Roberto Travagli (responsabile lavoro Federazione di Firenze)