PROVINCIALE
FERMIAMO IL GENOCIDIO! Prima manifestazione del 2025 per Gaza contro la violenza disumana del sionismo!
Corteo da Piazza Santa Maria Novella con arrivo in Piazza San Marco passando per San Lorenzo.
FERMIAMO IL GENOCIDIO! RICORDIAMOCI DELL’OPERAZIONE “PIOMBO FUSO”!!!
Interrogazione del compagno Dmitrij Palagi a Palazzo Vecchio sulla questione dei nidi.
“Continuiamo ad acquistare posti in strutture private, nonostante la riduzione delle liste di attesa e i tanti contributi arrivati nel recente passato”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
In questi giorni è uscita una delibera, per l’acquisto di posti nido in strutture private (9 milioni in 3 anni), secondo logiche che ci sembrano invariate rispetto a un passato in parte diverse. Negli anni ci risulta che le liste di attesa si siano dimezzate e che le rette private a carico delle famiglie si siano quasi azzerate, grazie ai contributi di diverso livello (nazionale, regionale, locale).
Abbiamo la certezza che non sarebbe ragione di risparmio scegliere di cambiare l’equilibrio sull’uso dei soldi pubblici, visto il bando Nidi Gratis della Regione Toscana? Non è che spenderemmo meno (anche alcuni milioni meno) a rimborsare le rette a chi va in strutture private, rispetto agli importi usati per acquistare gli stessi come Comune?
Potremmo spendere meno e meglio, senza compromettere il servizio per l’utenza?
Sono domande che abbiamo posto, confidando che il carattere di urgenza permetta di ottenere risposte entro la fine del 2024, in modo da arrivare al bilancio di previsione con numeri e spiegazioni.
Anna Nocentini: Firenze saluta una compagna preziosa per la Città.
“Sinistra Progetto Comune ha avuto la fortuna di condividere questi anni di esperienza istituzionale”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Anna Nocentini è stata Consigliera comunale di Firenze per Rifondazione Comunista.
Il suo impegno politico è proseguito anche dopo l’esperienza istituzionale, anche nel lavoro con il gruppo di Sinistra Progetto Comune, nella consiliatura precedente e in quella in corso.
Lunedì chiederemo di poter effettuare una comunicazione per testimoniare la gratitudine della Città.
Da due anni ha dovuto affrontare la SLA. Ha fondato ed è stata presidente di ADINA – Associazione per la difesa dei Diritti delle persone Non Autosufficienti. Come ha scritto nel suo ultimo appello al voto: ha visto la sofferenza e ha dovuto imparare a soffrire.
Anche lei, così vicina ai diritti delle persone malate e anziane, si è dovuta ritrovare con piena lucidità ad attraversare una condizione di bisogno. Anche in quella condizione ha continuato a seguire i lavori del Consiglio comunale. Una dedizione politica esemplare, che non svanisce con lei, ma rimane a darci forza in tempi difficili.
Era comunista e cattolica. Le due cose non si sovrapponevano, ma arrivavano alla stessa finalità, di vicinanza alle persone, senza superficiale moralismo, ma con un’etica non scalfibile da nessuna avversità, con il senso delle comunità e dell’appartenenza.
Tra i tantissimi impegni vogliamo ricordare anche i presidi settimanali sotto la Prefettura, interrotti solo con l’arrivo della pandemia. Anche in quei momenti portava il suo corpo e la sua voce, per contestare le politiche disumane in ambito migratorio, che hanno contraddistinto tutti gli ultimi governi. Si tratta solo di un tassello che si inserisce nella militanza piena che ha portato avanti dentro il Partito della Rifondazione Comunista e la CGIL.
La sua integrità e le sue capacità sono sempre state riconosciute anche da chi la pensava in modo diverso da lei, per questo il saluto grato sentiamo di poterlo fare a nome di tutta la Città.
Un abbraccio in particolare alla famiglia e a chi vive questa giornata di dolore.
Per coloro che volessero portare un saluto estremo ad Anna, i funerali si terranno giovedì 21 novembre 2024 alle ore 10:00 presso la Comunità delle Piagge a Firenze.
19 ottobre ore 15:00 in difesa della Sanità Pubblica.
Quella che segue è una lettera scritta a luglio dalla compagna Tatiana Bertini in relazione alla situazione in sanità: la compagna, dipendente USL, è membro del CPN del Partito.
Decreto liste di attesa: Quale futuro per il Sistema Sanitario?
Quanto disposto dal Decreto Liste di attesa recentemente approvato, porta il nostro sistema sanitario verso una ulteriore accelerazione dello sviluppo del privato convenzionato, con il rischio di renderlo sempre più sostitutivo al Sistema Sanitario Pubblico.
Analizzando il decreto infatti vediamo che:
• Si prevede lavoro aggiuntivo per chi ha già un lavoro, non strutturando i servizi nel tempo con personale adeguato. Si risponde infatti all’emergenza di carenza di prestazioni (e di personale) destinando fondi che potrebbero essere utilizzati per strutturare nel tempo un aumento di offerta (con personale adeguato), all’incremento dell’orario di lavoro di professionisti già assunti; con produttività aggiuntiva, gettoni, straordinari vari (attività oltretutto che vengono detassate e che determineranno così un minore introito per il sostegno dello stato sociale, e di conseguenza, della sanità pubblica).
Come garantiremo poi dignità del lavoro e sicurezza delle cure, ricorrendo a continue ore aggiuntive di lavoro? L’addio al tetto di spesa per le assunzioni, previsto per l’anno 2025, avrebbe dovuto essere attuato subito e con risorse adeguate (le risorse ci sono, è volontà politica scegliere dove spenderle), in modo da poter strutturare i servizi e non sprecarle con risposte in grado di affrontare il problema solo dal punto di vista emergenziale.
• L’aumento della possibilità di acquistare i servizi dal privato convenzionato, non fa altro che dirottare ulteriori fondi dal pubblico verso il privato, rendendo il pubblico sempre meno competitivo e con meno possibilità di mirare all’eccellenza, anche con l’acquisto di strumentazioni all’avanguardia. Questa strada renderà il privato sempre più sostitutivo nelle prestazioni del sistema pubblico, con il rischio di poter prevedere in un futuro offerta di prestazioni (senza concorrenza del pubblico), al prezzo che vorrà, con le conseguenze che ben possiamo immaginare. Il privato poi spesso, riesce a fare profitti risparmiando sui diritti dei lavoratori e può attuare, sempre per la logica del profitto, una spinta verso un consumismo sanitario di prestazioni, senza garantire il principio di non spreco, di necessità e di appropriatezza delle stesse. Ricordiamo poi come gli operatori sanitari nel privato vi accedono senza concorso, certificazione delle competenze possedute delle quali il pubblico si avvale.
• Visto che alle regioni non vengono date risorse aggiuntive per abbattere le liste di attesa, il rischio è che queste si vedranno costrette a tagliare altri servizi per poter acquistare ulteriori prestazioni dal privato convenzionato o per pagare attività in straordinario. In questo modo ci troviamo come sempre, a rispondere all’emergenza con manovre di emergenza, che non strutturano alcun servizio stabile, ma rendono il sistema sanitario pubblico sempre più povero e carente.
Il Dlgs 124 del 1998, già prevedeva la possibilità, se l’utente non poteva accedere alla prestazione nei tempi indicati dalla priorità prevista nella richiesta, di vedersi erogare il servizio in intramoenia al solo costo del ticket. Non era meglio iniziare ad applicarlo per prevedere tempi certi di prestazione, invece di dare una ulteriore spinta allo sviluppo della sanità privata? Con tutte le pecche dell’attività erogata in intramoenia (che non rappresenta oggi infatti una libera scelta del cittadino che ha possibilità economica verso la scelta di un professionista, creando comunque divergenze sul diritto alla salute, ma una strada obbligata da percorrere sempre da chi ha possibilità economica, per avere una prestazione vicino al proprio domicilio e in tempi brevi), la stessa comunque aumentava gli introiti delle Aziende Sanitarie Pubbliche.
Le scelte che vediamo in politica sanitaria, stanno rendendo il nostro sistema sanitario pubblico sempre più povero, e se non riusciremo ad attuare una controtendenza, rischiamo di veder annullato del tutto il nostro diritto alla salute!
31Luglio2024
Giù le mani dalle montagne toscane!
Sabato 28 settembre 2024, ore 15
Piazza Duomo n. 10, Firenze
Scendiamo in piazza per opporci alla distruzione di alcune delle ultime frontiere di biodiversità e di selvaticità del territorio italiano
Apuane, Appennino Mugellano, Montagna pistoiese, Montagna lucchese, Pratomagno
Queste montagne sono sempre più sotto attacco, nell’unione di interessi tra politica e imprenditoria, per ricavare nuovi profitti in nome del presunto “progresso” che nulla ha a che fare col nostro benessere
Industria estrattiva, mega impianti eolici, nuovi impianti di risalita, nuove infrastrutture stradali a più di 1500 m di altitudine.
Uniamoci per dire NO alla malagestione, alla distruzione e al degrado di queste aree voluti per:
-sfruttarne ogni risorsa possibile per ragioni di profitto
-procedere con la loro trasformazione in siti industriali voluti da lobby finanziarie
-trasformarli in aree destinate ad un turismo consumistico e distruttivo
–urbanizzarli per renderli usabili ed accessibili senza riguardo e consapevolezza
–snaturarli della loro bellezza e del loro valore nella continuazione di un sistema socioeconomico distruttivo e disumano
DIFENDIAMO LA NATURA DA CUI DIPENDIAMO PER ESISTERE!
Unisciti a noi Sabato 28 settembre dalle 15.00 in Piazza Duomo n.10 a Firenze
Il Coordinamento delle cinque montagne
Dalla parte della Terra, senza compromessi
Chiusa la sede del Partito Comunista Israeliano ( per non far proiettare un film su Jenin).
Chiusa la sede del partito comunista israeliano per bloccare il film su Jenin
di Eliana Riva | 27 Ago 2024 | In evidenza, Medioriente
di Eliana Riva –
Pagine Esteri, 27 agosto 2024. La polizia israeliana ha disposto la chiusura, ad Haifa, della sede del Partito comunista (Maki) dove era in programma, per lunedì 26 agosto, la proiezione del nuovo film del regista palestinese Mohammad Bakri.
La segretaria della sezione, Reem Hazan, è stata convocata due volte dalla polizia, che l’ha interrogata sull’evento. Le autorità hanno poi deciso di chiudere la sede per dieci ore (dalle 19.00 di lunedì alle 5.00 di martedì) a causa di non meglio precisati “pericoli alla pace pubblica”, facendo riferimento a informazioni riservate e di intelligence.
Mohammad Bakri, palestinese con cittadinanza israeliana, è l’autore del film-documentario “Jenin, Jenin“, girato nel 2002 all’interno del campo profughi palestinese, immediatamente dopo l’irruzione e la violenta invasione dell’esercito israeliano che causò diverse vittime, molte delle quali civili. Attraverso le voci dei protagonisti di uno degli eventi più sanguinosi della Seconda Intifada e dell’operazione militare “Muraglia di difesa”, Bakri ha raccontato gli scontri tra l’esercito israeliano, presente con centinaia di uomini e mezzi e i combattenti palestinesi del campo profughi, avvenuti in mezzo a migliaia di civili. Tra le vittime decine di palestinesi e circa quindici soldati israeliani. Quando l’esercito andò via, metà del campo profughi era ridotto in macerie. Molti testimoni oculari parlarono di azioni violente dei militari contro la popolazione civile e Israele venne accusato di aver compiuto crimini di guerra. Accusa rigettata da Tel Aviv che anzi attaccò Bakri, portandolo in tribunale. Nel 2021 una corte ha dichiarato il film “Jenin, Jenin” illegale in Israele, vietandone la proiezione e la distribuzione e ordinando il sequestro di tutte le sue copie. Il regista è stato accusato di diffamazione da un soldato che per circa 5 secondi compariva all’interno della pellicola, ripreso in un’immagine d’archivio. Bakri è stato condannato a risarcire il militare e a pagare le spese processuali.
Dal 2002 è ritornato più volte a Jenin. Anche nel luglio 2023, quando, durante un’altra incursione israeliana, vennero uccisi 12 palestinesi e un soldato. Anche in quell’occasione, come in decine di altre, il campo venne distrutto dai mezzi militari, che rivoltano l’asfalto e fanno a pezzi la rete idrica e quella elettrica.
È stato allora che Mohammad Bakri ha deciso di realizzare un nuovo documentario per raccontare i raid e gli eventi degli ultimi 19 anni, una sorta di sequel. Il titolo è simile ma non uguale: “Janin, Jenin“. Ed era questo nuovo lavoro, per il quale in Israele non esiste, almeno fino ad ora, nessuna censura, a dover essere proiettato lunedì 26 agosto nella sede del Partito comunista di Haifa. Per l’occasione, erano stati organizzati un incontro con il regista e una raccolta fondi per la campagna “Think about Gaza”, con lo scopo di sostenere la popolazione della Striscia.
Reem Hazan, insieme al Centro legale per i diritti delle minoranze arabe in Israele, Adalah, hanno inviato martedì 27 agosto una lettera urgente al procuratore generale israeliano, Gli Baharav-Miara, chiedendogli un intervento immediato “per fermare la persecuzione politica della polizia nei confronti del Partito comunista israeliano”. Il Partito comunista e il movimento politico israeliano Hadash hanno definito “fascista” la decisione della polizia. Un avvocato di Adalah presente agli interrogatori della segretaria della sezione del partito, ha definito l’ordine di chiusura “illegale”, perché “viola i diritti di espressione politica e di riunione”.
Nella lettera si fa presente che l’evento non è stato cancellato e che anzi è riprogrammato per il 9 settembre 2024. Gli avvocati di Adalah hanno quindi chiesto al procuratore generale di ordinare alla polizia di Haifa di non ostacolare nuovamente la manifestazione e di impedire “ulteriori violazioni della libertà di espressione” e di riunione politica di cittadini e residenti. “Non siamo a conoscenza – continuano i legali – di alcun caso dai tempi del governo militare in cui la polizia abbia emesso un ordine di chiusura di una sezione di un partito politico in Israele […] Questo abuso è gravemente aumentato da quando il ministro razzista di estrema destra Ben-Gvir è entrato in carica. La polizia conduce una campagna di soppressione delle critiche legittime alla brutale guerra di Israele contro Gaza, che ha portato a centinaia di arresti ingiusti volti a deterrenza e punizione. Nonostante ciò, il Procuratore di Stato e il Procuratore generale non solo non sono riusciti ad agire contro questa campagna di silenziamento e intimidazione, ma hanno anche, in alcuni casi, sostenuto attivamente la sua continuazione”.
Solo pochi giorni prima, il 7 agosto, la polizia ha bloccato la proiezione del film Gaza’s Untold Stories from Ground Zero, una raccolta di 22 cortometraggi realizzati da diversi autori durante la guerra in corso a Gaza, progetto del regista palestinese Rashid Masharawi. Le forze armate hanno fatto irruzione nel Centro Culturale Yabous di Gerusalemme pochi minuti prima dell’inizio dell’evento, annunciandone la cancellazione. La proiezione è stata poi rinviata e spostata a Betlemme, nei Territori palestinesi occupati.
Nuovo comunicato del FPLP sul genocidio e la farsa della tregua.
La visita di Blinken ha portato a un’escalation di massacri lungo la Striscia di Gaza.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha confermato che il risultato diretto della visita del Segretario di Stato americano Antony Blinken nella regione è l’escalation di massacri lungo la Striscia di Gaza e un aumento del ritmo della guerra genocida contro il nostro popolo, in mezzo al supporto e all’appoggio assoluti forniti dall’amministrazione americana all’entità criminale sionista.
L’amministrazione americana sta guidando questo genocidio, mobilitando le sue flotte nella regione per continuare il genocidio del nostro popolo e l’aggressione contro i popoli della regione. Non c’è soluzione a questo brutale attacco coloniale se non la resistenza in tutta la regione.
Blinken ha concesso al governo nemico un nuovo mandato per continuare l’aggressione e la guerra genocida, che l’esercito di occupazione criminale ha tradotto in massacri e operazioni di sfollamento nella Striscia di Gaza, l’ultima delle quali è stata l’assedio di decine di migliaia di sfollati a ovest di Khan Younis con carri armati e bombardamenti.
Gli Stati Uniti non sono un mediatore e ciò che sta accadendo non è un conflitto marginale. Questo è un genocidio guidato dall’amministrazione americana, profondamente coinvolta nella sua pianificazione ed esecuzione insieme al nemico criminale. I popoli della regione devono accogliere la visita del criminale di guerra Antony Blinken con rabbia e rivolte contro i crimini di guerra sionisti-americani contro il nostro popolo.
Gli Stati Uniti hanno deciso di genocidiare il nostro popolo a Gaza per garantire il controllo dell’entità sionista sull’intera regione, senza incontrare alcuna significativa opposizione internazionale o araba a questo crimine storico. La guerra genocida ha rivelato l’entità della dipendenza e dell’umiliazione che i governi e le élite arabe hanno scelto come loro strada.
Il nostro popolo, con le sue capacità limitate, non può fermare il genocidio e ha urgente bisogno dell’aiuto di tutti i suoi alleati e amici per affrontare la coalizione genocida. Tuttavia, può trovare e attivare strumenti per infliggere costi elevati all’occupante e a tutti coloro che hanno partecipato al genocidio del nostro popolo.
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
Dipartimento Centrale dei Media
20 agosto 2024
Nuovo comunicato del FPLP a proposito dei colloqui di pace.
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina:
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Mettiamo in guardia contro i tentativi dell’occupazione di manipolare l’accordo e guardiamo con sospetto al ruolo americano nell’adottare la visione dell’occupazione e nell’imporre nuove condizioni.
- Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina afferma la ferma posizione delle fazioni della resistenza secondo cui rinegoziare questioni precedentemente concordate è inaccettabile. L’incontro programmato per domani dovrebbe essere dedicato alla discussione delle linee guida definitive del cessate il fuoco, concordato dalla resistenza, e a costringere l’occupazione ad aderirvi.
- Riaprire questioni concordate per la negoziazione o accettare nuove condizioni dall’occupazione è visto come una manovra volta a perdere tempo a favore del nemico. Pertanto, il Fronte mette in guardia contro nuove manipolazioni da parte del criminale di guerra Netanyahu per imporre nuove condizioni che minerebbero l’accordo precedente.
- Guardiamo con sospetto e dubitiamo delle posizioni dell’amministrazione americana, che potrebbe adottare la visione dell’occupazione e contribuire a ostacolare gli sforzi per porre fine all’aggressione, soprattutto dato il suo illimitato sostegno all’occupazione.
- La resistenza ha agito con grande responsabilità e flessibilità per raggiungere un accordo che avrebbe posto fine a questa guerra distruttiva contro il nostro popolo. Tuttavia, non accetterà nuove condizioni che svuoterebbero il precedente accordo della sua sostanza o ostacolerebbero il raggiungimento delle condizioni della resistenza, che includono la completa cessazione dell’aggressione, un ritiro completo dalla Striscia di Gaza, la garanzia del ritorno degli sfollati senza restrizioni o condizioni e altre questioni relative alle fasi di attuazione per rompere l’assedio, fornire soccorso e ricostruzione.
- La responsabilità dei mediatori è di fare pressione sull’occupazione per costringerla ad accettare l’accordo così com’è, in modo che l’incontro di domani non si trasformi in una mera perdita di tempo.
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
Dipartimento Centrale dei Media
14 agosto 2024