Partito Comunista Palestinese | solidnet.org Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
03/04/2024
Continua senza sosta l’escalation dei massacri dell’occupante contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza, insieme alla sua politica di affamamento e assedio. L’ultima atrocità, il massacro di Wheat nel nord di Gaza, ha causato la tragica perdita di oltre 120 vite palestinesi e centinaia di feriti. Nei giorni successivi a questo massacro, l’occupante fascista ha commesso un altro atto atroce, usando le stesse tattiche brutali. Hanno aspettato che folle di persone affamate si radunassero intorno agli autobus, per poi aprire il fuoco su civili indifesi. Tutto questo avviene sotto gli occhi del mondo intero, di fronte alle nazioni arabe, alcune delle quali mantengono relazioni con lo Stato occupante.
Le atrocità in corso a Gaza, segnate da massacri, uccisioni e persecuzione della nostra gente, hanno un chiaro scopo: opprimere e umiliare il nostro popolo, costringendolo a sfollare. Nonostante la condanna internazionale e araba dei mostruosi massacri dell’occupante, la risposta non è sufficiente. Alcune nazioni arabe giocano il ruolo di cospiratori e partner nell’aggressione contro il nostro popolo, come si vede nei regimi del Bahrein e degli Emirati Arabi Uniti. Anche Paesi vicini come la Giordania e l’Egitto, nonostante gli accordi di pace con l’occupante, non sono riusciti a fornire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. Le esibizioni di solidarietà non alleviano la fame e ciò che si richiede alle nazioni arabe, come minimo, è di interrompere le relazioni e cancellare gli accordi con lo Stato occupante. Tuttavia, ciò che osserviamo è l’esatto contrario, con alcune nazioni che esportano senza esitazione verdure e prodotti alimentari all’occupante razzista, giustificando il tutto con accordi con il nemico.
In mezzo a questa brutale guerra contro il nostro popolo, la Russia ha convocato a Mosca una riunione delle fazioni palestinesi per porre fine alla divisione dei palestinesi. Sebbene l’incontro si sia concluso con una modesta dichiarazione firmata da tutte le fazioni partecipanti, ha rivelato i suoi punti deboli. In primo luogo, non ha incluso tutti gli schieramenti dell’arena palestinese, escludendone alcuni, tra cui il Partito Comunista Palestinese, senza fornire motivazioni. In secondo luogo, la dichiarazione dell’incontro di Mosca richiede un lavoro sostanziale, uno sforzo reale e la volontà politica di porre concretamente fine alla divisione palestinese. Pertanto, il nostro partito si aspetta che tutto ciò che è accaduto a Mosca resti inchiostro sulla carta e che tutti i sacrifici fatti e quelli che continuano a fare in Cisgiordania e a Gaza non siano sufficienti per porre fine alla divisione palestinese. Ciò ha incoraggiato e continua a incoraggiare l’occupante fascista e i suoi sostenitori imperialisti a persistere nella loro guerra di sterminio, poiché percepiscono che una delle fazioni palestinesi, senza apprendere dalla storia, punta ancora sull’illusione di un accordo.
In terzo luogo, ciò che il nemico fascista non è riuscito a ottenere con la guerra non dovrebbe essere concesso attraverso i negoziati. Gli immensi sacrifici e le massicce distruzioni subite da Gaza devono essere compensati dalla liberazione di tutti i prigionieri senza eccezioni, dal ritiro delle forze di occupazione da Gaza, dall’accordo sulla ricostruzione, dalla rimozione del blocco e dal flusso continuo di aiuti senza condizioni.
Di fronte a queste sfide che minacciano il nostro popolo e al pericolo per la nostra causa nazionale, il Partito Comunista Palestinese rinnova il suo appello per la formazione di un ampio fronte nazionale che includa tutte le forze palestinesi e i vari movimenti popolari senza eccezioni. Questo sulla base di un programma politico specifico per condurre il nostro popolo fuori dall’impasse palestinese da Oslo a oggi. L’accordo sui meccanismi di lotta e resistenza non deve essere determinato da nessun partito in relazione ai suoi interessi personali e di fazione, lasciandogli carta bianca. La riorganizzazione dell’OLP – Organizzazione per la Liberazione della Palestina – richiede basi nazionali rivoluzionarie in grado di cambiare la realtà che oggi ci vede sconfitti e di guidare una rivoluzione. Deve essere il legittimo e unico rappresentante del popolo arabo palestinese.
Il Partito Comunista Palestinese