Lorenzo Palandri, Segretario provinciale PRC Firenze
Duccio Vignoli, Segretario del Circolo PRC di Campi Bisenzio
L’imponente manifestazione di sabato 18 settembre a cui abbiamo partecipato, assieme a decine di migliaia di persone, con le compagne e i compagni di tutta Italia, avevo l’obiettivo di ribadire al fondo Melrose che i destinatari di quelle comunicazione di licenziamento non avevano alcuna intenzione di arrendersi. Non solo perché è inammissibile che oltre 400 persone perdano il proprio posto di lavoro dalla sera alla mattina e lo vengano a sapere via mail ma anche perché dietro la lotta dei lavoratori della GKN ci sta quella di chi un lavoro non ce lo ha, di chi lo ha precario, di chi nonostante lavori non riesce ad attivare alla fine del mese.
Finalmente, questa mattina il Tribunale del Lavoro ha riconosciuto le ragioni dei lavoratori e dei sindacati che li rappresentano ed hanno annullato i licenziamenti, dal momento che questi erano stati effettuati in violazione dello Statuto dei Lavoratori.
Un grazie, ancora oggi, lo dobbiamo a chi, a partire dal secondo dopoguerra, si è battuto per ottenere i diritti che la legge riconosce a chi lavora (e previsti dalla Costituzione), nonostante la devastazione che centrosinistra e centrodestra hanno portato avanti a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, indebolendo in modo quasi letale il mondo del lavoro.
Per questo salutiamo con soddisfazione la notizia di questa mattina, ma riteniamo che la politica non debba commentarla – o peggio rivendicarla. Essere al servizio della lotta del Collettivo di Fabbrica vuol dire riconoscere la sua centralità e lavorare per fare in modo che si registri un momento di svolta per ridare centralità a un diverso modello di sviluppo, non più fondato su finanziarizzazione dell’economia e speculazione, ma capace di partire dai bisogni del territorio, sia di chi lo vive che dell’ambiente.
Oggi è stata vinta una battaglia, non certo la guerra. Continueremo a sostenere ed affiancare le lavoratrici e i lavoratori della GKN nella lotta e continuando a chiedere a gran voce un impegno serio e risolutivo contro le delocalizzazioni: va fermata questa pratica spregiudicata, che vede i padroni diventare ancora più ricchi trattando chi lavora come carta straccia e mettendo i popoli uno contro l’altro.
La vertenza della fabbrica di Campi Bisenzio non è un caso isolato, ma un’opportunità per misurarci con i doveri che abbiamo verso la società, ognuno per la propria competenza.