ORDINE DEL GIORNO PER IL RITIRO DEL DECRETO LEGGE N. 1660 “SICUREZZA”
Il Congresso della Federazione Provinciale di Firenze del Partito della Rifondazione
Comunista condivide le preoccupazioni e lo sdegno espressi da larghi strati della società
italiana dopo che il governo neofascista, per mano dei ministri Nordio, Piantedosi e
Crosetto, ha perfezionato nel ddl “sicurezza” un insieme di norme chiaramente (e diremmo
sfacciatamente) orientato alla repressione dei soggetti che questa maggioranza politica
considera persone marginali e potenzialmente contrarie all‟interesse dei potenti.
Solo per citare alcuni aspetti, l‟introduzione del delitto di rave party, il reinserimento del
pericolo di fuga tra le esigenze cautelari idonee a motivare le misure cautelari per i
minorenni nel famigerato decreto Caivano. Emerge l‟attacco alle grandi città come luoghi
in cui la produzione del valore produce scintille di resistenza e persino di contropotere. Il
blocco stradale diviene un reato e si prevede il divieto di accesso a determinate zone delle
città a determinati “soggetti”. Dall‟altra parte si intende ampliare in modo abnorme lo
spazio di manovra delle “forze dell‟ordine”
Viene introdotto il reato di rivolta all‟interno di un istituto penitenziario. L‟associazione
Antigone ha definito il ddl il più grande e pericoloso attacco alla libertà di protesta nella
storia repubblicana.
In generale, si criminalizzano fasce sociali come gli immigrati “irregolari”, i senza dimora, i
rom, i detenuti, gli attivisti e le organizzazioni che organizzano dissenso.
Il ddl segna, tuttavia, un momento di discontinuità perché sta emergendo pur
faticosamente un fronte unito contro la tattica della destra coagulato da una strategia
costituzionale. Un fronte che va dalla rete dei Negozianti italiani canapa ai collettivi
studenteschi più radicali, dai Giuristi democratici, alle associazioni del volontariato
carcerario, da Articolo 21 ai lavoratori organizzati della ex GKN. Un fronte meticcio che
attraverso la parola d‟ordine del ritiro immediato del ddl ha evidenziato un potenziale
ricompositivo di tutte le vertenze attraverso le quali i soggetti sociali declinano il conflitto
capitale-lavoro, capitale-ambiente, capitale-corpi e libertà-repressione, in quanto nasce da
manifestazioni territoriali e regionali, dagli scioperi, dalle occupazioni di scuole e facoltà,
dall‟astensione dalle udienze dei penalisti.
Il portato di tutte le manifestazioni ha già inciso significativamente: il Capo dello Stato ha
richiesto – a differenza da ciò che non ha fatto col decreto Caivano – la modifica di tutte le
norme più manifestamente incostituzionali. Si tratta di tre gruppi di norme: quelle norme
„anti-borseggiatrici rom‟ che rendono facoltativa la esecuzione della reclusione per le
donne incinta o madri di figli fino a un anno e obbligatoria l‟esecuzione penale per le madri
fino a tre anni, di quella discriminatoria verso il cittadino extraUE per l‟acquisto di una sim
telefonica e di quelle incriminanti la resistenza passiva nei reati di rivolta carceraria e
rivolta in CPR.
La battaglia, tuttavia, non è che all‟inizio dal momento che il movimento non può accettare
nulla che non sia il ritiro di tutto il ddl.
ODG PALESTINA – CONGRESSO PROVINCIALE PRC FIRENZE 19 GENNAIO 2025
Quello che stiamo vivendo è un momento tragico dell’umanità.
La riprese delle guerre in Europa e nel Medio Oriente, le minacce alla integrità nazionale degli stati e alla
sovranità dei popoli, la riproposizione di regimi autoritari nell’America latina, la caccia aperta alle risorse
dell’Africa, l’instabilità del continente asiatico, la minaccia alle libere vie di comunicazione e di rifornimento,
il costituirsi di una vera “internazionale nera” che accoglie tutte le forze reazionarie, guerrafondaie e
filofasciste, l’ascesa alla presidenza Usa delle tendenze più oltranziste dell’apparato industriale-militare
americano minacciano di trascinare l’intero mondo in una catastrofe tale da ricondurci ai tempi del
medioevo. Il rafforzamento della NATO e della carica offensiva, la crescita delle spese militari nei paesi
dell’Occidente a danno dello stato sociale, sono funzionali alla costruzione di un contesto di guerra
permanente, di economia di guerra, di “democrazie” autoritarie.
Questa è la attuale forma sotto cui si presenta il capitalismo del XXI secolo, oligarchico, antidemocratico,
che sbarazzatosi della lotta di classe e schiacciato i popoli, è in costante lotta per conquistare o mantenere
gli spazi di predazione.
In questa situazione il conflitto per la distruzione del popolo palestinese acquista particolare valore
simbolico. Come dice Didier Fassin ” il consenso alla distruzione di Gaza ha creato una immensa frattura
nell’ordine morale del mondo.(…) Questa accettazione alla devastazione di Gaza e del massacro della sua
popolazione, a cui bisogna aggiungere la persecuzione degli abitanti della Cisgiordania, lascerà una traccia
indelebile nella memoria delle società che ne saranno responsabili”. Siamo, infatti, ormai di fronte non
soltanto alla definitiva distruzione del concetto di diritto internazionale, ma, ancora una volta, siamo silenti
di fronte al genocidio di un popolo, come lo furono le classi dirigenti e gli “indifferenti” d’Europa di fronte
allo sterminio del popolo ebraico operato dalle bande nazifasciste.
Quello che sta avvenendo a Gaza è un genocidio, una distruzione di un popolo e della sua cultura, per altro
iniziato più di 77 anni fa. Quando si bombardano gli ospedali e le scuole, si distruggono i cimiteri, si
cancellano i pozzi, si affamano due milioni di persone, si rendono inutilizzabili interi territori coperti di
macerie e quando le vittime civili raggiungono l’80% delle vittime globali della guerra, quale altro concetto è lecito utilizzare?
In questo quadro, la condizione dei prigionieri politici in Israele è particolarmente vergognosa. Arresti
abusivi sono all’ordine del giorno come le detenzioni amministrative senza alcun limite e spiegazione. Per
questo riteniamo che il militante e resistente Marwān Barghūthī, arrestato abusivamente in quanto coperto
dall’immunità parlamentare, e detenuto da 22 anni nelle prigioni israeliane costituisca una figura chiave
capace di restituire credibilità all’autorità palestinese e nel contempo rappresenti pienamente la volontà
indomabile del suo popolo.
Per questo chiediamo al Partito della Rifondazione, di impegnarsi nella campagna per la sua liberazione,
con tutti gli atti possibili, levando così alta la voce a difesa della dignità di tutti gli uomini e donne della
resistenza palestinese.
Marwān Barghūthī, è uno dei detenuti da difendere e da liberare dalle infami galere, come lo è Abdullah
Öcalan, come lo furono Nelson Mandela, come lo furono i nostri compagni Umberto Terracini e Antonio
Gramsci.
LIBERTA PER BARGHUTHI, LIBERTA PER OCALAN, LIBERTA PER IL POPOLO PALESTINE E IL POPOLO CURDO.
Ordine del Giorno sulla MULTIUTILITY
La Federazione provinciale di Firenze del Partito della Rifondazione Comunista porta avanti,
attraverso la propria attività e quella di tutte le proprie articolazioni locali, la battaglia contro la
cosiddetta Multiutility toscana dei servizi.
L’incorporazione di tutta una serie di società pubbliche del settore dei servizi in ALIA SPA, si
configura in modo inevitabile come un ulteriore passo verso la privatizzazione di fatto e di diritto
della gestione di acqua, rifiuti e non solo.
La mobilitazione portata avanti a livello politico, istituzionale e di movimento ha ottenuto in
questi anni di lotta importanti risultati: la quotazione in borsa della nuova società, che
sembrava inevitabile fino a poco tempo fa, è messa in discussione da alcuni degli stessi
promotori dell’aggregazione e dallo stesso Partito Democratico, che pur si è reso politicamente
responsabile di questa deriva. L’iniziativa di una serie di Sindaci e amministratori locali, alcuni
dei quali eletti anche grazie al sostegno di Rifondazione Comunista, ha contribuito al formarsi
di un fronte contrario all’operazione Multiutility, che si è guadagnato una buona visibilità ed un
ampio sostegno nell’opinione pubblica. Infine, anche l’assetto della futura gestione del servizio
idrico è diventato oggetto di dibattito, con la quota del soggetto gestore da assegnare al privato
contestata da più parti e che sarà quantomeno ridimensionata.
Il XII° Congresso di Rifondazione Comunista della Federazione di Firenze impegna il Partito a
continuare a sostenere la battaglia contro la quotazione in borsa della Multiutility e per
un’eLettiva ripubblicizzazione del servizio idrico, attraverso l’esclusione dei privati dalla futura
gestione e favorendo la costruzione di una società in house, coerentemente con gli indirizzi
espressi dai cittadini e dalle cittadine italiane in occasione del referendum del 2011. Da
mandato pertanto al nuovo Comitato Politico Federale ed alla nuova Segreteria per
intraprendere le necessarie azioni politiche, di concerto con i movimenti e con i rappresentanti
istituzionali del Partito e quelli delle liste sostenute dal Partito.
Congresso Provinciale di Rifondazione Comunista Firenze
18 e 19 gennaio 2025
Ordine del giorno
L’impegno politico e sociale, contraddistinto da tenacia e generosità, di Anna Nocentini è
riconosciuto da tutte le realtà che ha attraversato. Impegno in difesa della salute, dei diritti dei
lavoratori, della parità di genere, in favore degli immigrati e contro la povertà.
In riconoscimento quindi della sua azione condotta con intelligenza, premura e
coinvolgimento proponiamo al Congresso provinciale quanto gi votato all’unanimità dal
Congresso del Circolo Firenze Università, cioè di rinominare lo stesso:
“Circolo Firenze Università – Anna Nocentini”.
Firmatari
Monica Sgherri
Luciano Malavasi
John Gilbert
SOLIDARIETÀ PER LE MANIFESTANTI E I MANIFESTANTI TUTTƏ CHE A BRESCIA HANNO SUBITO UN FERMO
INTIMIDATORIO DI 7 ORE IN QUESTURA, CON TRATTAMENTI LESIVI DELLA DIGNITÀ PERSONALE
Esprimiamo solidarietà per i fatti avvenuti a Brescia lo scorso 13 gennaio, per quanto è
accaduto a 23 attiviste, attivisti e attivistə di Extinction Rebellion, Ultima Generazione e
Palestina Libera.
Queste persone, durante un sit-in pacifico davanti ai cancelli della Leonardo Spa sono state
identificate e tenute in Questura per ben 7 ore. Stavano manifestando, per chiedere allo Stato
italiano e alla società produttrice di armamenti, di interrompere la complicità del genocidio
palestinese e dei crimini di guerra contro l’umanità che si stanno consumando a Gaza.
Si tratta di un’azione che può essere riconosciuta solo come intimidatoria.
Non solo, le donne e le persone femminilizzate sono state costrette a spogliarsi e a fare
flessioni umilianti (squat) per dei controlli.
Alcune persone fermate, poi, sono state denunciate arbitrariamente per “adunanza sediziosa”,
accusandole di “accensioni ed esplosioni pericolose” (per aver acceso fumogeni), o per
imbrattamento (ad esempio, per aver scritto su un muro “Palestina libera”). Ad altre è stato
consegnato un foglio di via.
Quanto accaduto dimostra come il governo attuale, così come con la proposta del DL1660
denominata “Decreto Sicurezza”, intenda aYrontare il dissenso pacifico.
La lesione del diritto a manifestare pacificamente le proprie opinioni non può che trovare la
nostra solidarietà.
Combatteremo con tutte le nostre forze, qualsiasi lesione al diritto democratico.