l’interruzione del cessate il fuoco con la ripresa dei bombardamenti su Gaza la scorsa settimana hanno causato centina di vittime civili, di cui molti in pochi giorni.
L’orrore e la tragedia che colpisce la terra di Palestina dallo scorso ottobre (ma potremmo andare indietro negli anni), ci ha visto impegnate e impegnati nelle mobilitazioni in solidarietà e a supporto del popolo palestinese sul nostro territorio e non solo.
Sicuri del vostro interesse e della vostra partecipazione, vi segnaliamo due appuntamenti che si terranno questa settimana a Empoli e Firenze e che vedono l’adesione del nostro partito:
– Giovedì 27 marzo alle ore 18:30 in Piazza della Vittoria a Empoli “In Piazza per la Palestina: fermiamo il genocidio del popolo palestinese”, un presidio che vede la partecipazione di moltissime realtà del territorio
– Sabato 29 marzo alle ore 14:30 a Firenze “In Piazza per la Palestina”: corteo cittadino da Piazza Poggi a Piazzale Michelangelo.
Facciamo sentire la nostra rabbia, numerose e numerosi !
⚡⚡⚡Panico tra l’intelligence dell’ angolosfera e l’ IDF: trapelato rapporto del Pentagono top secret altamente sensibile sui preparativi di un attacco israeliano contro l’Iran
Il canale Telegram Middle East Spectator ha pubblicato il 18 ottobre dei leak classificati destinati ai Paesi del five eyes che riguardano i preparativi di un attacco su larga scala di Israele in risposta all’ Iran.
➡Tra le altre cose i leaks confermano che Israele possiede testate nucleari. “Una fonte informata all’interno della comunità di intelligence statunitense ha condiviso con noi un documento di intelligence statunitense “top secret” estremamente sensibile della NGIA, datato 15-16 ottobre, che descrive in dettaglio i preparativi israeliani per un attacco su vasta scala all’interno dell’Iran”, si legge sul canale. La CNN conferma l’autenticità dei documenti, dopo aver consultato una fonte a conoscenza dei fatti, che ha definito la fuga di notizie “estremamente preoccupante”.
Il rapporto altamente classificato proviene dalla National Geospatial-Intelligence Agency (NGIA), che appartiene al Pentagono.
Secondo i leaks, gli Stati Uniti hanno osservato lo spostamento di missili balistici lanciati da aerei (ALBM) come il “Golden Horizon” (almeno 16) e il “ROCKS” (almeno 40) presso la base aerea di Hatserim dall’8 ottobre. Ciò dimostrerebbe l’intenzione di Israele di sferrare un attacco su larga scala.
Dal 15 al 16 ottobre l’aeronautica militare israeliana ha inoltre gestito diversi ASM (missili aria-superficie) presso le basi aeree di Ramot David e Ramon, il che indica un attacco imminente.
Inoltre, il 15 ottobre l’aeronautica militare israeliana ha condotto un’esercitazione LFE per addestrarsi nel rifornimento in volo e nelle operazioni di ricerca e soccorso in combattimento con un gran numero di velivoli, tra cui almeno tre aerei cisterna KC-707, un aereo AWAC Gulfstream G-550 e forse anche jet da combattimento.
In conclusione di uno dei due documenti viene specificato che non è stata osservata l’intenzione di Israele di utilizzare armi atomiche. Questo passaggio conferma il possesso della dotazione nucleare, che Israele non ha mai ufficializzato.
La CNN si è rifiutata di pubblicare i documenti (le due foto) e specifica che la fuga di notizie “innescherebbe automaticamente un’indagine da parte dell’FBI insieme al Pentagono e alle agenzie di intelligence statunitensi”.
L’FBI ha rifiutato di commentare.
“Se è vero che sono trapelati i piani tattici israeliani per rispondere all’attacco dell’Iran del 1° ottobre, si tratta di una grave violazione”, ha affermato Mick Mulroy, ex vice assistente segretario alla Difesa per il Medio Oriente e funzionario della CIA in pensione.
Mulroy ha aggiunto che “anche il futuro coordinamento tra USA e Israele potrebbe essere messo in discussione. La fiducia è una componente chiave nella relazione e, a seconda di come questa è trapelata, tale fiducia potrebbe essere erosa”. Successivamente il canale MES ha dichiarato di aver ricevuto i due leaks su un canale più piccolo, da un anonimo dipendente del dipartimento di stato USA.
MES ha dichiarato in due comunicati ufficiali di non aver alcune legame con il presunto whistbloster e di non avere neanche la conferma dell’ autenticità dei documenti.
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