TUTTI I RISCHI DEL DEPOSITO ENI DI CALENZANO di Gian Luca Garetti / La Città Invisibile del 3 Novembre 2020
Intervista a Maurizio Marchi, Medicina Democratica
Quali sono secondo te i possibili rischi collegati a questa struttura? incidenti rilevanti, sversamenti di sostanze tossiche nelle acque sotterranee, impatti ambientali?
I principali rischi sono: 🚩 incidenti catastrofici (esplosioni, anche a catena, incendi)
sversamenti “silenziosi”, prolungati nel tempo. a danno delle falde idriche
l’impatto sulla salute dei lavoratori e dei cittadini circostanti gli impianti
Due morti, nove feriti (due in gravi condizioni) e 3 dispersi, grave inquinamento del territorio da fumi tossici nocivi per la salute: è il bilancio provvisorio dell’esplosione di un deposito Eni avvenuta poco dopo le 10 di questa mattina a Calenzano, in provincia di Firenze.
Di nuovo morti, di nuovo lavoratori uccisi vittime di una guerra senza fine contro le persone che lavorano per vivere, ma rischiano sempre più spesso di morire. Non si parli di incidente o di tragica fatalità, siamo di fronte a un’altra strage annunciata, la pericolosità del deposito petrolifero era nota da anni, conseguenza del primato del profitto rispetto a tutto, vita delle persone compresa. Carenza assoluta di controlli, riduzione dei vincoli e delle penali a carico delle imprese, spingono queste ultime verso comportamenti illegali allo scopo di risparmiare sulla sicurezza, con la quasi certezza dell’impunità. Anche perché i processi quando arrivano, specie quando riguardano grandi aziende, spesso si risolvono in pene irrisorie o addirittura con la prescrizione. Di tutto questo e della conseguente tragedia quotidiana delle morti sul lavoro non sono responsabili solo i diretti criminali che vanno puniti. Dietro queste morti c’è la responsabilità morale dei governi degli ultimi 15 anni che hanno deregolamentato sempre più il rapporto di lavoro a vantaggio delle imprese anche rendendo le lavoratici e i lavoratori sempre più ricattabili attraverso la riduzione di diritti e tutele e la diffusione della precarietà; e il governo attuale si muove nella stessa direzione. Per porre fine a questa tragedia infinita occorre rilanciare le lotte tenendo sempre al centro gli obiettivi sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro a partire dall’introduzione nel codice penale del reato di omicidio sul lavoro.
Dopo le morti nel cantiere Esselunga di Via Mariti la risposta della città e delle organizzazioni è stata tempestiva e partecipata, auspichiamo una mobilitazione di tutto il mondo del lavoro per l’ennesima strage che colpisce il nostro territorio. Per questo appoggeremo ogni iniziativa che nascerà in risposta a quanto accaduto e per impedire ogni altra futura strage sul lavoro.
Le stragi devono finire!
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro Lorenzo Palandri, segretario della federazione di Firenze Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea
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