Firenze contro la Guerra: Appello di Solidarietà

Con preghiera di diffusione e pubblicazione.

Nord-Est della Siria sotto attacco: il futuro del Rojava è a rischio

Dal 26 novembre 2024 la Siria del Nord-Est è teatro di una nuova crisi
umanitaria, che vede intensi scontri tra i gruppi jihadisti di Hayat
Tahrir al-Sham (HTS) e l’Esercito Nazionale Siriano (SNA), sostenuti
dalla Turchia di Erdogan, e il governo di Assad. La regione, già
fragile a causa della decennale guerra civile siriana, sta affrontando
un’escalation che ha provocato fino a ora la morte di oltre 500
persone, di cui circa 100 civili. Migliaia di famiglie, composte da
donne, bambini e anziani, sono state costrette a fuggire dalle proprie
case, trovandosi senza rifugio e obbligate a fronteggiare il gelo
invernale. Le conseguenze di questa offensiva sono devastanti, e
colpiscono soprattutto le comunità più vulnerabili che ora vivono in
uno stato di emergenza senza precedenti. Nella serata di lunedì 2
dicembre, HTS e le fazioni alleate hanno annunciato di avere preso il
controllo di sette città nella regione di Hama, tra cui il villaggio di
Qasr Abu Samra. Accerchiata anche la regione di Shahba, dove l’assalto
delle fazioni dell’SNA sta costringendo migliaia di rifugiatx curdx e
di altre etnie a esodare. Scontri infine a Deir ez-Zor, dove si teme
possano risvegliarsi cellule dormienti dell’ISIS.

In questo scenario di violenza crescente, le Forze Democratiche Siriane
(SDF), sotto l’amministrazione della DAANES (Amministrazione Autonoma
della Siria del Nord-Est
), sono in prima linea nel tentativo di
difendere le popolazioni curde nei quartieri di Sheikh Maqsoud e
Ashrafiye ad Aleppo, che ospitano circa 150.000 persone e si trovano
attualmente sotto assedio, anche a fronte dell’impossibilità di
approvvigionamento a causa del controllo delle fazioni HTS e NSA sulle
zone circostanti. Queste aree, che hanno cercato di mantenere una
propria autonomia dal governo di Damasco e dalle forze jihadiste, sono
ora minacciate dall’avanzata dei gruppi armati e dalla crescente
interferenza della Turchia. L’intervento diretto di quest’ultima, e il
suo sostegno al sedicente Esercito Nazionale Siriano (SNA) e a Hayat
Tahrir al-Sham, sta avendo un chiaro impatto nella destabilizzazione
della regione. L’intensificazione delle operazioni militari nelle aree
di Shehba e Tel Rifaat sta colpendo moltissimi rifugiati curdi, la
maggior parte dei quali fu precedentemente costretta a fuggire da Afrin
a seguito dell’Operazione Ramoscello d’Ulivo, avviata dalla Turchia nel
2018. Sono infatti circa 200.000 i civili che in queste ore stanno
tentando di scappare dai territori sotto attacco; le SDF stanno
facilitando l’evacuazione da Tel Rifaat e Shahba verso le città di
Manbij, Tabqa e Raqqa, ma le operazioni di salvataggio sono complicate e
pericolose, poiché le zone continuano a essere oggetto di attacchi
aerei e bombardamenti da parte delle forze turche e dei gruppi alleati
jihadisti, nonché scenario di arrestri arbitrari.

A tal proposito, e in occasione del decimo anniversario dalla
liberazione di Kobane,
è essenziale ricordare la straordinaria lotta
delle popolazioni del Kurdistan contro lo Stato Islamico. Le forze curde
hanno giocato un ruolo determinante nella sconfitta di ISIS, fermando
l’espansione del gruppo terrorista e stabilizzando ampie aree del
territorio siriano. La loro resistenza è stata un simbolo di coraggio,
non solo nella difesa del proprio popolo, ma nella protezione dei valori
universali di libertà, democrazia e dignità, in un contesto segnato
dalla brutalità della guerra. Oltre ai curdi, anche la comunità ezida,
vittima di atrocità indicibili durante il genocidio perpetrato da
Daesh, ha trovato rifugio nelle zone che oggi sono sotto attacco e
stanno essendo evacuate.

Negli ultimi giorni, l’assistenza sanitaria fornita dalla Mezzaluna
Rossa Curda (Heyva Sor a Kurd) durante le operazioni di sfollamento
forzato dai territori colpiti si è dimostrata di vitale importanza
. Al
valico di Abu Asi, dove migliaia di rifugiati cercano di mettersi in
salvo dai bombardamenti, i medici e gli operatori umanitari sono
impegnati senza sosta per distribuire farmaci e presidi medici, cercando
di alleviare le gravi sofferenze di chi è costretto a fuggire da questa
emergenza.  A Tabqa sono inoltre stati allestiti alloggi temporanei per
gli sfollati interni.

L’Amministrazione Autonoma della Siria del Nord-Est ha lanciato un
appello urgente alla comunità internazionale, chiedendo di fermare
l’escalation in corso, di aprire corridoi umanitari per proteggere i
civili e di salvaguardare il modello democratico costruito nel Rojava.
Questo modello, che promuove la convivenza pacifica di diverse etnie e
religioni ispirandosi a principi ecologisti e femministi, è un simbolo
di autodeterminazione e di lotta per i diritti umani in una regione
lacerata da conflitti. Tuttavia, è oggi minacciato da un’offensiva
militare che non solo mette in pericolo i principi di libertà e
democrazia che il popolo curdo ha costruito e difeso, ma anche la
sopravvivenza stessa della sua comunità.

Ora più che mai è fondamentale intervenire per difendere le conquiste
democratiche del Rojava. Il futuro della Siria, e in particolare delle
sue minoranze, dipende dalla solidarietà globale e da una risposta
politica e umanitaria che possa garantire la sicurezza e la dignità di
tutti i popoli della regione. Vi invitiamo a sostenere questa causa e a
sensibilizzare l’opinione pubblica su una situazione che sta mettendo
in pericolo la vita di migliaia di persone innocenti.

Coordinate bancarie per donazioni:

MEZZALUNA ROSSA KURDISTAN ITALIA ONLUS

Banca Popolare Etica s.c.p.a – Filiale di Firenze

IT53 R050 1802 8000 0001 6990 236

BIC: ETICIT22XXX

PayPal: shorturl.at/hKM89 [1]Campagna Online: shorturl.at/FQFHt [2]

Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia ETS
Via Forte dei Cavalleggeri 53, 57127 Livorno
C.F.: 92123770494
www.mezzalunarossakurdistan.org [3]
tel.: 0586 194 8022
e-mail: mezzalunarossacurda@gmail.com
IBAN: IT53 R050 1802 8000 0001 6990 236