lavoro
Elenco aggiornato (ma non esaustivo) dei marchi italiani passati in mano straniera negli ultimi anni.
Elenco aggiornato (ma non esaustivo) dei marchi italiani passati in mano straniera negli ultimi anni
di Gilberto Trombetta (articolo ripreso da L’Antidiplomatico del 12/07/2024)
[ Nota del Redattore: ci corre l’obbligo, nel presentare questo lavoro, di sottolineare che è ben evidente a questa redazione ed a tutto il Partito che, per un lavoratore salariato, il fatto di essere sfruttato da un padrone italiano o da uno ( ad es) turco o taiwanese non fa molta differenza.
Detto ciò reputiamo interessante presentare quest’elenco sia perchè ogni vendita corrisponde ad un minor introito fiscale per lo Stato, sia perchè la dice lunga su quanto la “nostra” borghesia imprenditoriale ed i fascio-nazionalisti che adesso ci governano, siano in realtà dei pagliacci al soldo del vero, potente, capitale internazionale ( spesso manifestantesi sotto forma di Fondi d’Investimento).]
Ve li ricordate quelli che l’euro ci avrebbe protetto?
Dal 2008 al 2012, 437 aziende italiane sono passate nelle mani di acquirenti esteri. Di queste, almeno 130 erano marchi importanti. (109,25 aziende all’anno, in media. Come dire una ogni tre giorni– domeniche escluse- NdR)
Tra il 2014 e il 2023, ci sono state 2.948 acquisizioni estere di aziende italiane (contro le 1.673 acquisizioni italiane all’estero) per un valore di 203 miliardi di euro. Solo negli ultimi 5 anni (2019-2023) le acquisizioni estere sono state 1.719 (contro le 980 acquisizioni all’estero di gruppi italiani) per un valore di 82 miliardi. Nel primo trimestre del 2024 ci sono già state 84 acquisizioni estere di realtà italiane.
Sono le meraviglie degli IDE, gli Investimenti Diretti Esteri. Che poi sarebbero i saldi d’occasione per gli acquirenti stranieri. Che infatti per comprare il doppio delle realtà che noi compriamo all’estero, spendono la metà.
Il tutto mentre lo Stato, che avrebbe dovuto tutelare le imprese italiane (che in Italia danno lavoro e pagano le tasse), per colpa della peggior classe politica mai vista, regalava i gioielli di famiglia a concorrenti stranieri, spesso senza scrupoli.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, ecco un elenco aggiornato (sicuramente non esaustivo), dei marchi italiani passati in mano straniera negli ultimi anni:
AC Milan (RedBird Capital Partners) Stati Uniti
Acciaierie Lucchini (Severstal) Russia
Acetum (ABF) Inghilterra
Acqua di Parma (LVMH) Francia
Algida (Unilever) Inghilterra
Ansaldo Breda (Hitachi) Giappone
Ansaldo STS (Hitachi) Giappone
Antica gelateria del corso (R&R/Nestlé) Inghilterra / Svizzera
AR Alimentari (Princes/Mitsubishi) Giappone
AS Roma (The Friedkin Group) Stati Uniti
Atala (Group Accel) Turchia
Avio Aero (General Electric) Stati Uniti
Belfe (Itochu Corporatio) Giappone
Benelli (Qianjiang Group Co. Ltd) Cina
Bertolli (Unilever / Deoleo) Inghilterra / Spagna
Biondi Santi (EPI) Francia
Birra Peroni (Asahi Breweries) Giappone
Bnl (BNP Paribas) Francia
Bottega veneta (Kering) Francia
Brioni (Kering) Francia
Buccellati (Richemont) Svizzera
Buitoni (Nestle via Newlat) Svizzera
Bulgari (LVMH) Francia
Cademartori (Lactalis) Francia
Carapelli (Deoleo) Spagna
Cariparma (Crédit Agricole) Francia
Casanova La Ripintura (privato) Hong Kong
Cesare Fiorucci (Campofrío Food Group) Spagna
CIFA (Zoomilon) Cina
Cirio (Unilever / Deoleo) Inghilterra / Spagna
Coccinelle (E-Land Europe) Corea del Sud
COIN (BC Partners) Inghilterra
Compagnia Italiana Forme Acciaio SPA (Zoomlion Heavy Industry Science and Technology Co., Ltd.) Cina
Conbipel (Oaktree Capital Management) Stati Uniti
Cova (LVMH) Francia
De Rica (Unilever / Deoleo) Inghilterra / Spagna
De Tomaso (Ideal Team Ventures Limited) Cina
Dietor (Katjes International Gmbh) Germania
Dietorelle (Katjes International Gmbh) Germania
Dodo (Kering) Francia
Ducati [Audi (via Lamborghini Automobili)] Germania
Duferco (Novolipetsk Steel Plant) ) Russia
Edison (Électricité de France) Francia
Editrice Giochi (Spin Master) Canada
Emilio Pucci (LVMH) Francia
Energie [Crescent HydePark (via Sixty Group)] Cina, Singapore
Eridania (Cristal Union) Francia
Eskigel ( R&R Ice Cream plc/Nestlé) Inghilterra /Svizzera
Fastweb (Swisscom SA) Svizzera
Fattoria Scaldasole (Andros) Francia
Fedrigoni (Bain capital) Stati Uniti
Fendi (LVMH) Francia
Ferretti (Weichai Power) Cina
Ferriera Valsider (Metinvest Holding LLC) Ucraina
FIAT (Stellantis) Francia
Fiat Ferroviaria (Alstom) Francia
Fiorucci [Janie e Stephen Schaffer (privati)] Inghilterra
Galatine (Katjes International Gmbh) Germania
Galbani (Lactalis) Francia
Gancia (Russian Standard) Russia
Gelati Motta (Froneri International) Inghilterra
Gianfranco Ferré (Paris Group International LLC) Emirati Arabi
Gianni Versace (Michael Kors e Capri Holdings Limited) Stati Uniti
Grom (Unilever) Inghilterra
Gucci (Kering) Francia
Hey Dude (CROCS) Stati Uniti
Ichnusa (Heineken) Olanda
IES, Italiana Energia e Servizi (MOL) Ungheria
Indesit (Whirpool) Stati Uniti
Inter (Oaktree Capital Management) Stati Uniti
Invernizzi (Lactalis) Francia
Isole e Olena (EPI) Francia
Ita, ex Alitalia (Lufthansa) Germania
Italcementi (HeidelbergCement) Germania
Italgel (Nestlé) Svizzera
Italia Marittima (Evergreen Group) Taiwan
Italia – Società di Navigazione (TUI Group) Germania
Italo (Mediterranean Shipping Company) Svizzera
Krizia (Marisfrolg Fashion Co. Ltd) Cina
La Perla [Sapinda (Lars Windhorst)] Germania
La Rinascente (Central Group) Thailandia
Lamborghini (Audi/ Volkswagen Group) Germania
Lanificio Cerruti (Njord Partners) Inghilterra
Locatelli (Lactalis) Francia
Loquendo (Nuance Communication Ltd) Stati Uniti
Loro Piana (LVMH) Francia
Lumberjack (Ziylan) Turchia
Magneti Marelli (Calsonic Kansei) Giappone
Mandarina Duck (E-Land Europe) Corea del Sud
Merloni [Whirpool (via Indesit)] Stati Uniti
Mila Schon (Itochu Corporation) Giappone
Miss Sixty (Crescent HydePark), Singapore
Motta gelati (Froneri International) Inghilterra
Nastro Azzurro [Asahi Breweries (Gruppo Peroni)] Giappone
Nocrineria Fiorucci (Campofrio Food Group) Spagna
Omnitel (Vodafone) Inghilterra
Parmalat (Lactalis) Francia
Passoni & Villa (Alstom) Francia
Pastificio Garofalo (Ebro Foods) Spagna
Pernigotti (JP Morgan) Stati Uniti
Peroni (Heineken) Olanda
Perugina (Nestlè) Svizzera
Piaggio Aerospace (Mubadala Development Company) Emirati Arabi
Pininfarina (Mahindra Group) India
Pirelli (Marco Polo International Holding Italy S.p.A.) Cina
Plasmon (Heinz) Stati Uniti
Poltrona Frau (Haworth Inc.) Stati Uniti
Pomellato (Kering) Francia
Pucci (LVMH) Francia
Rete TIM (KKR) Stati Uniti
Richard Ginori [Kering (via Gucci)] Francia
Rigamonti salumificio (JBS SA) Brasile
Rottapharm (Mylan) Stati Uniti
Ruffino 1877 (Constellation Brands) Stati Uniti
Safilo (Hal Investments) Olanda
Saila (Katjes International Gmbh) Germania
Saiwa (Mondel?z International) Stati Uniti
Saline di Margherita di Savoia (Salins du Midi) Francia
Saline di Sant’Antioco (Salins du Midi) Francia
SALOV (Bright Food) Cina
San Pellegrino (Nestlè) Svizzera
Sasib ferroviaria (Alstom) Francia
Sasso (Deoleo) Spagna
Sergio Rossi (Fosun International Ltd) Cina
Sergio Tacchini (Hembly International Holdings) Cina
Sixty (Crescent HydePark) Cina, Singapore
Sperlari (Katjes International Gmbh) Germania
Splendid (Jacobs Douwe Egberts) Olanda
Star (GBfoods) Spagna
Stock (CVC Capital Partners) Inghilterra
TIM (Vivendi SA, azionista di maggioranza) Francia
Trametal (Metinvest Holding LLC) Ucraina
Valentino (Mayhoola for Investments Spc) Qatar
Valle degli Orti (Frosta) Germania
Versace (Capri Holdings) Stati Uniti
Wind [VEON Ltd. / CK Hutchison Holdings Limited, Bermuda (Regno Unito) / Isole Cayman (Cina)]
World Duty Free (Avolta AG) Svizzera
Zanussi (Electrolux) Svezia
Quando la disumanità del sistema non è uno slogan ma una triste realtà.
Quante situazioni di sfruttamento sono state messe alla luce ( inutilmente)?
Ricordate la storia degli immigrati invisibili a raccogliere pomodori per qualche centesimo al chilo, storia che coinvolse anche l’ “onorevole” Bellanova ( cgil, Italia Viva…) che parve cadere dalle nuvole? e tutte le vicende di donne rumene usate, sfruttate ed anche violate nelle baraccopoli dello sfruttamento in Puglia, clima e scene da campo di sterminio…? Ed anche quanto portato alla ribalta da Sumahoro, prima che la stupidità ed ingordigia dei familiari facessero oscurare le sacrosante denunce da costui effettuate dietro una triste questione personale….
Adesso siamo difronte all’ennesimo fatto, dico fatto e non sospetto, del disumano sfruttamento di un porco padrone che, sentendosi dio, dispone del tempo, del corpo, della vita di quello che nella nostra Repubblica ( fondata sul lavoro) dovrebbe essere un LAVORATORE SALARIATO ma che nella realtà è, letteralmente, CARNE DA MACELLO.
Satnam Singh, 31 anni, indiano lasciato morire d’agonia.
Prima il lavoro in condizioni di totale sfruttamento, insieme a centinaia di altri; poi la tragedia: un macchinario avvolgi-plastica agguanta il braccio di Singh recidendolo dal corpo.
Il padrone, presente, invece di precipitarsi all’ospedale spenge la macchina agricola, prende il corpo del bracciante, lo riversa in un pulmino e lo va a scaricare, vivo agonizzante, difronte all’abitazione stessa del povero cristo, morente. Con mostruoso e disumano cinismo va a fare una doccia, lava il pulmino e quindi va a cercare due avvocati. Nel frattempo Singh, dissanguato, muore dopo 36 ore di agonia… Stomacherebbe pensare che una fine del genere l’ha fatta il gatto di casa….
Questa la ricostruzione dei fatti riportata dalla stampa odierna.
Rabbia, dolore, ma anche stupore ed incredulità, difronte ad un’indifferenza, una violenza, una barbarie del genere.
Ma la riflessione politica richiede che si prenda atto che la brutalità, la freddezza e l’ingordigia di profitto del sistema capitalista che alleva e cresce questi mostri ( altro che imprenditori che danno lavoro!) non può che essere risolta tramite la distruzione di questo stesso sistema.
Non è (solo) una questione di umanità! In questo sistema, in particolare da quando l’Impresa è assurta al rango di Religione di Stato, divinità alla quale è lecito tutto, episodi del genere sono solo “incidenti di percorso”. L’ideologia capitalista vuole trasformare tutti nell’Uomo-imprenditore-di-se-stesso, unica concezione del nostro vivere, per cui un povero bracciante che vive per lavorare ( e non che lavora per vivere, come voleva la civiltà novecentesca) non è altro che un piccolo sfigato imprenditore che investe il proprio tempo con l’obbiettivo di risolvere INDIVIDUALMENTE i suoi problemi e collocarsi, almeno, fra i “garantiti” che, stante un salario di sopravvivenza, senza certezza sanitaria, senza istruzione di qualità, potrà comunque trascorrere il suo poco tempo libero a spippolare un i-phone o andare in qualche Mall incarnandosi, a sua volta, in un consumatore di beni, ossia una persona felice!
” Ci ha rovinati tutti!” hanno dichiarato, almeno a quanto riportano i quotidiani main-stream, i familiari del padrone-assassino recitando ovviamente la parte delle povere vittime! Loro, benefattori dei pezzenti, sbattuti sui giornali e, chissà, processati da un tribunale per colpa di un cretino che ha pensato bene di farsi spappolare un braccio, invece di lavorare dall’alba a quasi notte per uno stipendio da capogiro di qualche euro al giorno ( la ditta che lo sfruttava dichiara due milioni di euro – Fonte: La Repubblica).
E chissà quanti altri “imprenditori”, quanti ministri ( chissà perché viene in mente Santanchè), quanti sottosegretari, padroni e padroncini penseranno la stessa cosa: che roba! non si può più rapinare la società come si deve che succede sempre qualcosa… quasi quasi ci vorrebbe una legge che trasformi l’omicidio sul lavoro in una svista “contabile”….
Perché la tragedia nella tragedia è che il fallimento della moderazione socialdemocratica, lo sdoganamento, prima, e l’avanzata in questi tempi delle destre fascistoidi, la disperazione che non trova risposta, creano una sottocultura dilagante nella quale i ricchi sono belli, giusti ed intoccabili, a prescindere. E che chi ha le pezze al culo è perché se lo è scelto o perché iddio in persona ha voluto così.
E questa sottocultura attraversa e corrompe le menti, anche quelle di noi sfruttati.
Proletari di tutti i Paesi, Unitevi.
il Primo maggio è la festa delle lavoratrici e dei lavoratori, non delle imprese!
Per il secondo anno di fila il governo usurpa la ricorrenza del primo maggio per elargire favori e risorse alle imprese mascherate da sostegni all’occupazione.
Lo scorso anno abolì il reddito di cittadinanza per spingere i fannulloni a lavorare anche con salari da fame e allargò le maglie del lavoro precario; oggi, vigilia della festa dei lavoratori, il consiglio dei ministri varerà una super deduzione del 120-130% sulle assunzioni e altre misure a sostegno della nascita di nuove imprese e a vantaggio di quelle che assumono giovani e donne.
Si recupera di fatto una misura già promessa lo scorso anno con l’aggiunta del 20-30% per la gioia di aziende e lavoratori autonomi che inciderà pochissimo sull’occupazione, mentre non si affrontano le vere cause della disoccupazione, del declino economico e produttivo e della precarietà.
Gli stessi soldi produrrebbero molti più occupati nella pubblica amministrazione le cui carenze di organici rappresentano la causa principale del gap occupazionale con altri paesi europei e ricadono sui cittadini in termini di riduzione dei diritti.
Occorre introdurre anche in Italia il salario minimo legale e abolire le leggi sulla precarietà per porre fine alla piaga delle paghe da fame e aumentare la domanda di beni e servizi che produrrebbe ricadute positive su tutta l’economia e l’occupazione stabile e di qualità. Si discuta subito la proposta di legge di Up per il salario minimo legale a dieci euro tenuta bloccata in commissione al Senato.
Sono necessarie vere misure di contrasto all’economia sommersa che si nutre di tre milioni di lavoratori irregolari; la si faccia finita con i condoni e si combatta davvero l’evasione e l’elusione fiscale che sottraggono allo stato centinaia di miliardi all’anno con i quali si potrebbero produrre milioni di posti di lavoro nella salvaguardia di produzioni strategiche e nella riconversione sociale e ambientale dell’economia.
Rifondazione comunista domani primo maggio sarà in piazza al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori per la pace, il lavoro, i diritti e per contrastare tutte le scelte del governo che aumentano le disuguaglianze sociali e territoriali.
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea
BASTA MORTI SUL LAVORO!!!!
Venerdì 12 aprile alle ore 19:30 alla Casa del Popolo La Panche – Il Campino (via Caccini 13/b) tenteremo di tendere un filo tra le varie tragedie che ogni giorno si verificano sui posti di lavoro.
Ogni anno assistiamo a centinaia di morti, che non sono frutto della casualità ma il risultato diretto di politiche che non mettono al centro la sicurezza sul lavoro e la salute di chi lavoro.
Di questo e molto altro parleremo con:
Emma Marrazzo (madre di Luana d’Orazio)
Dario Furnari (sindacalista USB)
i rappresentanti dell’Assemblea 16 febbraio
Dmitrij Palagi (consigliere comunale di Firenze).
A seguire, cena di autofinanziamento. Prenotazioni a segreteria@palagixfirenze.org e messaggio (WhatsApp, Telegram o SMS) al 320 872 2949.
BASTA MORTI SUL LAVORO! TUTTI IN PIAZZA IL 23 MARZO!
16 febbraio, Firenze. Una trave di cemento armato cede durante i lavori di realizzazione della nuova Esselunga in via Mariti. 5 operai perdono la vita.
Dopo la demolizione dell’ex Panificio Militare, già da anni al centro di diatribe, la nostra città dovrebbe accogliere l’ennesimo centro commerciale, quando se ne possono già contare una quindicina nelle immediate vicinanze.
La nostra città, e in particolare i quartieri di Novoli e Rifredi, vive ormai una realtà fatta di speculazione e guerra concorrenziale fra colossi della grande distribuzione.
Le conseguenze sono evidenti a chiunque viva e frequenti i nostri quartieri: stanno tentando di ridurli a zone dormitorio svuotate di ogni socialità e solidarietà popolare; gli unici rapporti sociali incoraggiati sono quelli mediati dagli interessi commerciali dei potentati economici, che reclamano spazi e guadagni sempre maggiori. Questo rischia di spegnere la capacità dei cittadini di Firenze di mantenere viva la vita collettiva della parte popolare della città.
La solidarietà sociale, la protezione reciproca che deriva dalla condivisione di un territorio, la capacità di prendersi cura dei rapporti che si creano per le nostre strade, la vicinanza alle difficoltà di vita nostre e di chi abbiamo intorno: tutte queste sono caratteristiche storiche dei nostri quartieri!
Da tempo comitati e cittadinanza reclamano una città che sia finalmente a dimensione di chi la vive, ma nonostante questo si è voluto spingere sull’acceleratore, finché non è successo l’irreparabile. E ora non vogliamo più aspettare, non vogliamo più vivere in una città svenduta al profitto di pochissimi, costretti, per accrescerlo, a rischiare le nostre vite. Via Mariti, il cantiere Esselunga e 5 lavoratori morti sono una testimonianza del punto a cui siamo arrivati!
È per questo che proponiamo una raccolta firme, che insieme ad altre iniziative, rigetti la costruzione del centro commerciale di Esselunga in via Mariti; in quel luogo vogliamo un parco, realizzato con soldi pubblici, da intitolare a Luigi Coclite, Mohamed El Ferhane, Bouzekri Rahimi, Mohamed Toukabri e Taufik Haidar – i cinque lavoratori caduti sotto il peso del profitto.
Invitiamo tutta la cittadinanza a sottoscrivere e far sentire la propria voce e tutta la rabbia che questa strage ci ha lasciato dentro!
Puoi firmare la petizione ai banchini dell’assemblea 16 febbraio che troverai in giro per Rifredi nelle prossime settimane, e anche online:
https://www.change.org/p/facciamoci-un-parco-no-centro-commerciale-in-via-mariti-basta-morti-sul-lavoro?fbclid=IwAR2VFyBFWehMh7YLmX2cSHB3QlNyt7zXGzFaxS8j56P8izljEA4fdshfiQw
Inoltre, sabato 23 marzo saremo presenti alla manifestazione indetta per chiedere la costruzione di un parco al posto del supermercato e per dire basta alle morti sul lavoro. Appuntamento alle ore 15:30 davanti all’Esselunga di via di Novoli (Firenze).
Primo Maggio 2023: le iniziative sul territorio
Il Primo Maggio, la Giornata Internazionale delle Lavoratrici e dei Lavoratori, è uno di quei giorni che ci vede impegnati in iniziative sui nostri territori, assieme alle tante realtà con cui condividiamo pezzi di strada.
Segnaliamo qui di seguito alcune delle iniziative in Provincia di Firenze che vedranno partecipare le compagne e i compagni dei circoli de Partito della Rifondazione Comunista – Firenze.
Empoli: la Camera del Lavoro di Empoli ha pensato di dare risalto al tema Scuola, Istruzione, Ricerca, chiedendo alla FLC di aprire il corteo insieme agli studenti, rievocando anche la straordinaria manifestazione del 4 marzo scorso. Il corteo partirà alle ore 9:30 da Piazza Don Minzoni per arrivare alle 11:30 in Piazza farinata degli Uberti, dove si terrà il comizio finale.
Calenzano: Alla Casa del Popolo di Calenzano (via Giacomo Puccini, 79) si terrà il pranzo del 1 maggio con menù a 18 euro (10euro minori di 12 anni) con bis di primi (ragù e vegetariano), rosticciana e salsiccia (alternativa vegetariana) e dolce. il pranzo si terrà dalle ore 13.00.
Alle ore 16.00 il dibattito sulla precarietà del lavoro con Simone Pinelli (ex cartonificio fiorentino) e Alessandro Baldi (lavoratore interinale), coordinati da Lorenzo Sodero (coordinatore Giovani ComunistƏ Firenze e vice-presidente della Casa del Popolo).
Firenze: A Firenze, nell’ambito del percorso Ogni giorno è il Primo Maggio a cui partecipiamo come Partito della Rifondazione Comunista – SE, saremo in Piazza dell’Isolotto. Il pomeriggio, a partire dalle 15:30, saremo presenti con un nostro banchino, partecipando ad una piazza di interventi, iniziativa e socialità.
Occupazione di Palazzo Vecchio: solidarietà al Collettivo di Fabbrica
Tutta la nostra solidarietà e il nostro supporto va ai lavoratori del Collettivo di Fabbrica della GKN che da ieri hanno occupato il Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio, interrompendo e portando, di fatto, all’ordine del giorno della seduta la loro vertenza aziendale. Come affermato dai nostri consiglieri di Sinistra Progetto Comune Palagi e Bundu, “dopo quasi 24 ore dall’apertura della seduta di ieri, il Consiglio comunale deve rimanere sospeso e non chiudersi”.
Da mesi il Collettivo sta condividendo le vicende di chi lavora nello stabilimento di Campi Bisenzio, portando esperienze, modalità ed elaborazioni in patrimonio di un territorio che viene, giorno dopo giorno, stremato da crisi aziendali, economiche e ambientali che hanno fortissime conseguenze sociali.
Sin dall’inizio è stata chiara la rivendicazione: la GKN è una risorsa del nostro territorio e come tale deve essere gestita, in prospettiva, nel rispetto di chi ci lavora, dell’ambiente e del tessuto produttivo.
Non possiamo fare altro che sostenere l’occupazione della “casa Comune” per eccellenza, la sede dell’amministrazione comunale, portata avanti dai lavoratori che hanno smesso di percepire lo stipendio senza alcun anticipo di cassa integrazione e che, ancora dopo mesi, non hanno avuto risponste alle domande sul piano industriale che la nuova proprietà dovrebbe presentare per il loro stabilimento.
Non possiamo fare altro che sostenere la fermezza con cui si richiede una risposta chiara e certa alle istituzioni, a tutti i livelli, che devono una volta per tutte impegnarsi nel fare luce su quale sarà il destino della ex GKN, confrontandosi nel merito con le proposte elaborate dal Collettivo di Fabbrica e dalla rete che nei mesi lo ha sostenuto (su tutti, il Decreto anti-delocalizzazioni bocciato dallo scorso Parlamento).
Non possiamo fare altro che sostenere i lavoratori del Collettivo, con cui da mesi condividiamo piazze e proteste, che sono oggetto attacchi meschini e screditanti di Borgomeo che li accusa, tra le altre cose, di “rendere inagibile” lo stabilimento. Con i lavoratori del Collettivo lo stabilimento GKN è diventato il centro di una fucina di idee, di elaborazioni, di progetti di riconversione industriale che dovrebbero essere valorizzati e non messi sotto attacco.
Segreteria Provinciale di Rifondazione Comunista – SE Firenze
Circolo di Rifondazione Comunista – SE di Campi Bisenzio
Bekaert: servono nuove indagini sanitari – ambientali e progetti chiari
Circolo del Valdarno del Partito di Rifondazione Comunista – SE
Come Circolo del Valdarno Fiorentino del PRC continuiamo il nostro impegno per una soluzione dignitosa, sia dal punto di vista occupazione che ecologica, della vicenda Bekaert (ex Pirelli) di Figline Valdarno.
Dopo il presidio pubblico del 5 dicembre 2021, organizzato insieme alle altre forze politiche della sinistra figlinese, abbiamo ottenuto e analizzato i dati Arpat sulla situazione ambientale dell’area dimessa Bekaert.
In data 05/04/22 abbiamo infatti ricevuto da ARPAT la risposta alla nostra richiesta sulla bonifica dell’area industriale ex Pirelli-Bekaert spa situata nel comune di Figline.
La nostra richiesta scaturiva dal fatto, accertato, che in tale fabbrica venne compiuta un’operazione di bonifica (sito notificato il 16/11/2012) a causa della presenza, nel terreno circostante l’edificio ed in alcuni pozzi d’ispezione della falda, di inquinanti di varia natura; tale operazione venne eseguita in due fasi, a partire dal 2014, per concludersi come attestato dal Decreto Regionale 14844 il 30/08/21.
I nostri chiarimenti all’ARPAT vertevano in particolare sul verificare se altre misure della qualità di acque e terreni fossero state fatte più recentemente e se lo stato d’abbandono in cui versa l’ex stabilimento possa configurarsi come una variazione delle condizioni ambientali, tale da dover verificare che non risulti pregiudizievole delle condizioni di sicurezza per la salute pubblica.
Nella sua risposta l’ARPAT dichiara:
Che non risultano analisi delle acque e dei terreni successive a quelle già menzionate che rientravano nel progetto di bonifica di cui sopra; nello stesso capoverso ARPAT riconosce la giustezza della nostra affermazione per la quale, in caso di variazioni delle condizioni ambientali/antropiche, il responsabile dell’immobile debba elaborare una nuova Analisi di Rischio.
Rispetto a ciò è dirimente il fatto che Bekaert spa e/o il Comune di Figline Incisa riconoscano che l’abbandono stesso costituisca una forma di variazione delle condizioni di essere dell’edificio.
In merito allo stato d’abbandono la stessa Arpat dichiara che la responsabilità dell’accertamento se ciò possa costituire condizione di pericolosità spetta all’Amministrazione Comunale attraverso un’ispezione da compiere tramite la Polizia Municipale.
- Come Rifondazione Comunista – SE del Valdarno, chiediamo:
- Al Comune di Figline e Incisa Valdarno una accertamento del Comando di Polizia Municipale su eventuali condizioni di pericolosità ambientali relative all’attuale stato della struttura; chiediamo inoltre al Comune se siano previste variazioni urbanistico/edilizie del sito ex Bekaert.
- Alla ASL, un’indagine sanitaria approfondita sull’area ex Bekaert e sul relativo edificio industriale.
- A tutti soggetti privati e istituzionali coinvolti, che venga definita con urgenza la destinazione della struttura Bekaert (a pochi passi dal centro storico e dall’abitato di Figline), di cui le istituzioni pubbliche devono farsi carico, se necessario anche acquisendo l’area con i nuovi fondi europei per rimetterla a disposizione e utilità dei cittadini e di un territorio che ha un gran bisogno, ad esempio, di spazi sanitari e sportivi pubblico, fermo restando la necessità di piena occupazione e di diritto a reddito stabile e degno, per gli oltre 100 lavoratori ex Bekaert attualmente in Naspi.
Figline e Incisa Valdarno, 14/04/2022
Una città colorata di rosso al grido “Insorgiamo!”
La giornata del 26 marzo è stata una boccata d’ossigeno. Le vie della nostra città si sono riempite di bandiere rosse, di compagne e compagni da tutta Italia, che al grido di “Insorgiamo!” hanno raccolto l’appello del Collettivo di Fabbrica GKN.
Lavoratrici e lavoratori, precarie e precari, persone che hanno perso il lavoro, cittadine e cittadine che chiedono pace, che rivendicano diritti, sanità per tutte e tutti e salari decenti. Tutte queste lotte, tutte queste rivendicazioni sono state portate in piazza con forza e gioia, creando una “convergenza” a cui hanno partecipato in migliaia.
Ringraziamo il Collettivo di Fabbrica, tutte le organizzazioni che hanno reso possibile a questa giornata e le compagne e i compagni, tra cui moltissime e moltissime del Partito della Rifondazione Comunista – SE, che sono arrivate da tutta Italia.