No Nato
Le armi devono tacere: solo questo può porre fine alla guerra
Assemblea cittadina contro la guerra – Firenze
Condanniamo fermamente l’aggressione della Russia all’Ucraina, che porta morte, distruzione e sofferenze alla popolazione civile, e che non può trovare giustificazione alcuna.
Riteniamo grave e sbagliata la decisione del Governo e del Parlamento italiani per l’invio di aiuti militari, in netto contrasto con l’art.11 della nostra Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli e di risoluzione delle controversie internazionali”.
L’invio di armi in Ucraina espone il nostro Paese a un grave rischio, ponendolo in una condizione di possibile cobelligeranza, che nell’escalation potrebbe comportare pericoli devastanti, data la presenza di testate nucleari nelle basi NATO italiane. Non stiamo difendendo i valori della democrazia: la guerra nasce dalla lotta per il predominio economico e per il controllo delle fonti energetiche.
Esprimiamo netta contrarietà a qualsiasi aumento delle spese militari che invece devono essere drasticamente ridotte.
Condanniamo la posizione dell’Europa, che invece di adoperarsi per una soluzione del conflitto alza il livello dello scontro inviando truppe e armamenti nella zona di guerra.
Siamo fermamente contrari all’espansione ad est della NATO, così come convenuto subito dopo la caduta dell’URSS e la fine del Patto di Varsavia. Occorre invece sciogliere la NATO portatrice di tensioni e di conflitti in Europa come in altre parti del mondo.
Denunciamo i gravissimi danni sociali ed ambientali della guerra, già da otto anni causa del forte inquinamento dei terreni agricoli in Donbass, danni che si moltiplicheranno soprattutto per i paesi con forte dipendenza energetica come il nostro, in cui Draghi parla addirittura di riapertura delle centrali a carbone.
Chiediamo:
- l’immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe dall’Ucraina
- la ripresa di trattative, a partire dagli accordi mai rispettati di Minsk del 2014, che prevedevano l’impegno dell’Ucraina a garantire maggiore autonomia alle regioni di Doneck e Lugansk. Al contrario, i governi che si sono succeduti in Ucraina, compreso l’attuale, hanno fomentato il conflitto in Donbass con la crescita di gruppi nazionalisti di destra e formazioni neonaziste.
- una soluzione diplomatica del conflitto che garantisca la sicurezza di tutte le parti
- che l’Europa eserciti ogni sforzo per arrivare a soluzioni politiche e non invii aiuti militari
- protezione, assistenza, diritti a tutte le popolazioni colpite dalla guerra, senza distinzione di lingua cultura, e generi, con particolare riferimento alla comunità LGBTQIA+ Ucraina, accoglienza per tutti i profughi
- neutralità e smilitarizzazione dell’Ucraina, che deve stare fuori dalla NATO nello scontro tra potenze atomiche. Sì alla sicurezza condivisa. Sì al disarmo
- un’Europa senza armi nucleari dall’Atlantico agli Urali
- il ritiro di formazioni armate straniere, milizie armate e mercenari stranieri dalla zona di conflitto
Il prezzo di questa guerra, anche in termini economici, verrà pagato dalle popolazioni di tutta Europa. Le cittadine e i cittadini italiani pagheranno l’aumento degli investimenti in armi con una ulteriore penalizzazione dei servizi essenziali (sanità, scuola, trasporti) e con aumenti insostenibili del costo della vita.
L’intensificarsi dello scontro armato porterà profitti enormi solo all’industria bellica
Fermiamo la guerra in Ucraina, fermiamo tutte le guerre nel mondo!
Sabato 2 aprile 2022 ore 10.30-12.00 presidio sul Ponte Santa Trinita
Le armi devono tacere: solo questo può porre fine alla guerra!
Condanniamo fermamente l’aggressione della Russia all’Ucraina, che porta morte, distruzione e sofferenze alla popolazione civile, e che non può trovare giustificazione alcuna.
Siamo fermamente contrari a qualunque espansione della NATO, che provoca tensioni e conflitti in Europa come in altre parti del mondo; la NATO ha continuato ad allargarsi verso l’est Europa nonostante gli accordi presi dopo la fine del Patto di Varsavia
Riteniamo inaccettabile la decisione del Governo e del Parlamento italiani per l’invio di aiuti militari, in netto contrasto con l’art.11 della nostra Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli e di risoluzione delle controversie internazionali”.
L’invio di armi in Ucraina espone il nostro Paese a un grave rischio, ponendolo in una condizione di possibile cobelligeranza, che nell’escalation potrebbe comportare pericoli devastanti, data la presenza di testate nucleari nelle basi NATO italiane.
Condanniamo la posizione dell’Unione Europea, che invece di adoperarsi per una soluzione del conflitto alza il livello dello scontro inviando truppe e armamenti nella zona di guerra.
Denunciamo i gravissimi danni ambientali della guerra, già da otto anni causa del forte inquinamento dei terreni agricoli in Donbass, danni che si moltiplicheranno soprattutto per i paesi con forte dipendenza energetica come il nostro, in cui Draghi parla addirittura di riapertura delle centrali a carbone.
Chiediamo:
- l’immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe dall’Ucraina
- la ripresa di trattative, a partire dagli accordi mai rispettati di Minsk del 2014, che prevedevano l’impegno dell’Ucraina a garantire l’autonomia delle regioni di Doneck e Lugansk e la tutela della popolazione russofona
- una soluzione diplomatica del conflitto nel contesto e con la presenza di organismi internazionali, che garantiscano la sicurezza di tutte le parti e l’autodeterminazione di tutte le popolazioni coinvolte
- che l’Unione Europea eserciti ogni sforzo per realizzare una vera trattativa tra le parti, e non invii aiuti militari
- protezione, assistenza, diritti alla popolazione di tutta l’Ucraina, senza distinzione di lingua cultura e generi, con particolare attenzione alla comunità LGBTQIA+ Ucraina. Accoglienza per i profughi di tutte le guerre, senza distinzione di nazionalità
- sicurezza condivisa e disarmo come uniche soluzioni alla guerra
- un’Europa senza armi nucleari dall’Atlantico agli Urali
- il ritiro di formazioni armate straniere, milizie armate e mercenari stranieri dalla zona di conflitto
Il prezzo di questa guerra, anche in termini economici, verrà pagato dalle popolazioni di tutta Europa. Le cittadine e i cittadini italiani pagheranno l’aumento degli investimenti in armi con una ulteriore penalizzazione dei servizi essenziali (sanità, scuola, trasporti) e con aumenti insostenibili del costo della vita.
L’intensificarsi dello scontro armato porterà profitti enormi solo all’industria bellica.
Fermiamo la guerra in Ucraina
Fermiamo tutte le guerre nel mondo
Manifestiamo in corteo a Firenze: venerdì 11 marzo ore 17:30 in piazza Santissima Annunziata
Assemblea cittadina contro la guerra – Firenze