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pace
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1 Maggio 2024: dichiarazione del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina:
—
Viva il Primo Maggio come giornata di lotta dei lavoratori e dei popoli liberi del mondo contro i nemici dell’umanità.
O nostro grande popolo palestinese,
O popolo della classe operaia palestinese e dei lottatori di tutto il mondo,
O tutti coloro che sono liberi e onorevoli nella nostra nazione e nel mondo,
Ogni anno, il primo maggio, i popoli del mondo, in particolare la classe operaia globale, e tutti i poveri, gli oppressi e gli oppressi di questo mondo, festeggiano di fronte alle pratiche brutali, selvagge e schiavizzanti perpetrate contro di loro da una feroce élite finanziaria, che ignora tutti i valori e i principi umani, lottando con tutte le sue forze per perpetuare il proprio controllo e dominio sui popoli del mondo e sulle loro risorse, utilizzando per i propri obiettivi politici, economici e sociali tutto ciò che le industrie militari e le moderne hanno sviluppato la tecnologia e tutti i metodi di tradimento e inganno per raggiungere i propri scopi e interessi, senza alcuno scrupolo o coscienza morale o umana.
Il nostro popolo, insieme a tutti i lavoratori e le persone libere del mondo, commemora quest’anno il primo maggio, nel momento in cui è sottoposto alla più brutale e feroce campagna di genocidio e pulizia etnica, superando in ferocia e sangue i fascisti e i nazisti, per mano di un gruppo di assassini che si autodefiniscono esercito per un’entità sostitutiva invasiva, sotto la guida, la partnership, il sostegno, la copertura e la complicità dell’amministrazione americana e delle potenze imperiali coloniali occidentali, i nemici dell’umanità. Credono che, con i loro crimini e la loro brutalità, possono spezzare la volontà del nostro popolo e imporgli la resa e la sconfitta. In un tentativo frenetico non solo di uccidere esseri umani, distruggere pietre e sradicare alberi, ma anche di cancellare l’identità, la storia e la civiltà del nostro popolo, e di rendere impossibile al nostro popolo rimanere nella propria terra.
In un momento in cui i massacri e i crimini commessi dall’alleanza sionista-imperialista continuano e si intensificano, il nostro popolo risoluto, credendo nella giustizia della propria causa, in tutte le sue città, villaggi e paesi, in tutta la terra della Palestina storica, e in tutti i luoghi della loro presenza, in particolare il nostro popolo risoluto nella Striscia di Gaza, scrivono ogni giorno una nuova pagina di eroismo e miracolo, di cui la storia raramente ha assistito. Nonostante le ferite e il dolore, nonostante il sangue e le parti del corpo, e il torrente di sangue che scorre, e la pulizia etnica nelle sue forme più brutte, il nostro popolo emerge sempre da sotto le macerie e i detriti, portando con sé le proprie ferite e marciando verso la vittoria e la libertà, sollevando la bandiera della resistenza, con maggiore determinazione e fiducia nella giustizia della loro causa e nell’inevitabilità della vittoria, le loro armi sono la pazienza, la fermezza e la resistenza, e il sostegno di tutte le persone libere e onorevoli nella nostra nazione e nel mondo.
Mentre ci inchiniamo con riverenza e stupore davanti ai sacrifici, alla fermezza e alla determinazione del nostro popolo, dobbiamo sottolineare l’importanza di rafforzare e fortificare il fronte interno, e l’unità di posizione e di performance, attraverso vari livelli politici, sul campo e sociali, e privare il nemico della capacità di ottenere attraverso l’inganno e le manovre politiche ciò che non è riuscito a ottenere sui campi di battaglia. Chiediamo inoltre di rafforzare la solidarietà sociale e il sostegno tra le varie componenti politiche e sociali del nostro popolo, per superare questa prova con maggiore forza e resilienza di fronte alle cospirazioni e contrastarle.
Alla luce dell’intensificarsi del confronto tra le forze dell’aggressione, dell’ingiustizia e degli approfittatori della guerra, e le forze della pace, della giustizia, della libertà e dell’umanità nel mondo, nonostante tutte le capacità finanziarie, militari e l’egemonia economica che il possiedono le forze di aggressione, le forze della libertà e della giustizia diventano più consapevoli e discernenti nel difendere i propri interessi contro i piani imperialisti che mirano ad eliminare tutti i nobili valori umani ed etici. In questo contesto, estendiamo le nostre più alte espressioni di ringraziamento e apprezzamento a tutte le persone libere e onorevoli del mondo, che oggi sono al fianco del nostro popolo e della sua giusta causa, di fronte ai crimini imperialisti-sionisti.
Inviamo un saluto di rispetto e orgoglio agli studenti universitari di tutto il mondo, in particolare agli studenti delle università americane, che protestano contro i crimini dell’occupazione e il sostegno dell’amministrazione americana ad essa, e che chiedono la fine dell’occupazione l’aggressione contro il popolo palestinese. Salutiamo anche tutte le organizzazioni sindacali e femminili che sono solidali con il nostro popolo e la sua causa, e tutti gli uomini liberi e onorevoli che riempiono le piazze e i campi delle capitali e delle città del mondo a sostegno del nostro popolo e della loro giusta causa. .
Gloria ed eternità ai martiri, libertà ai prigionieri e guarigione ai feriti.
Un saluto al nostro popolo risoluto in tutta la terra della Palestina storica e in tutti i luoghi in cui è presente.
Un saluto di amore e lealtà ai nostri coraggiosi lavoratori mentre, insieme a tutte le componenti del nostro popolo – politiche e sociali – conducono la battaglia per la liberazione nazionale, economica e sociale.
Un saluto alla classe operaia globale di fronte all’ingiustizia, all’aggressione e all’assalto dell’imperialismo globale.
Un saluto a tutte le persone onorevoli e libere del mondo che si oppongono all’ingiustizia e all’aggressione.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
Dipartimento centrale dei media
1 maggio 2024
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Riceviamo e Pubblichiamo: da un compagno di Arezzo
Anche quest’anno, come negli ultimi anni, alle manifestazioni del 25 si è presentata la Brigata ebraica. Con la pretesa di accreditarsi come soggetto combattente di pari dignità con le altre BRIGATE partigiane. È necessario conoscere la storia e giudicare. Intanto la Brigata ebraica NON È stata una brigata partigiana. È stato un battaglione regolare dell’esercito britannico che ha agito al servizio della corona britannica e non dell’Italia. Non rispondeva al CLN, tanto per intenderci. Era composto da ebrei palestinesi in prevalenza, e di altra provenienza estera, nessun italiano. Tutti sudditi di sua maestà britannica. Ha agito solo per 50 giorni sul suolo italiano fra febbraio e aprile del ’45. Ha subito perdite di circa 30/50 uomini. Finita la guerra se ne è andata dall’ Italia. Non ha avuto nessun ruolo nel dopoguerra, nel processo politico costituente e repubblicano, come tutti i partiti usciti dalla Resistenza. Nulla a che fare quindi con la LOTTA di RESISTENZA e LIBERAZIONE Partigiana. Ma pretende di sfilare il 25 aprile. Pretende di aggredire, come ha fatto a Roma, i manifestanti con bandiere palestinesi. Anche su questo argomento ANPI dovrebbe chiarire, per non lasciare spazio ad equivoci e strumentalizzazioni.
Gli ebrei della Brigata ebraica, erano sionisti interessati all’ occupazione militare della Palestina. Ed è ciò che hanno fatto appena ripartiti dall’ Europa con la fine della guerra. Hanno servito la corona britannica in cambio della terra palestinese. SIONISTI, NON PARTIGIANI
ANPI ha il dovere di chiarire questo aspetto per non alimentare il FALSO storico
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Ritorsione Iraniana: le dichiarazioni del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
🚩 (area politico – militare della resistenza palestinese di ideologia marxista-leninista)
La risposta iraniana all’entità sionista è un evento cruciale che stabilirà nuove regole di ingaggio nella regione.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha elogiato il fatto che la Guardia Rivoluzionaria iraniana abbia preso di mira siti militari sionisti con dozzine di missili e droni in risposta all’aggressione dell’entità contro il consolato iraniano a Damasco, descrivendo la risposta iraniana come un evento cruciale e significativo che stabilirà nuove regole di ingaggio nella regione.
Il Fronte ha confermato che la legittima risposta iraniana ha infranto il prestigio dell’entità sionista, rivelandone la fragilità e l’incapacità di difendersi o di ripristinare il suo potere di deterrenza. Allo stesso tempo, ha confermato la capacità della Repubblica Islamica dell’Iran e delle fazioni della resistenza di sferrare attacchi dolorosi all’entità sionista, aggravando la sua crisi interna a causa della sua incapacità di raggiungere uno qualsiasi dei suoi obiettivi di eliminare la resistenza nella Striscia di Gaza, o fermare gli attacchi diretti contro di esso dalla resistenza in Libano, Yemen e Iraq.
Il Fronte ha spiegato che la fretta dell’amministrazione americana e dei suoi partner in Gran Bretagna, Francia, Germania e alcuni dei suoi esponenti arabi nella regione di usare tutte le loro armi difensive per cercare di proteggere l’entità sionista dai missili e dai droni iraniani conferma la tesi del coinvolgimento di questi stati nei crimini sionisti nella regione, soprattutto a Gaza. Rivela anche che questa entità sionista ha subito una sconfitta strategica, è diventata umiliata e debole e non è in grado di proteggersi, implorando ora i suoi alleati di assumere questo ruolo.
Il Fronte ha concluso la sua dichiarazione affermando che gli attacchi iraniani senza precedenti, i primi del loro genere nella storia contro l’entità sionista, rappresentano un importante punto di svolta nella battaglia di Tempesta di Al-Aqsa e a favore delle fazioni della resistenza. Le ripercussioni di questo attacco avranno effetti urgenti sull’entità sionista affinché fermi la sua guerra genocida nella Striscia di Gaza, dopo che l’amministrazione americana e i suoi alleati si sono resi conto che qualsiasi escalation nella regione porterebbe a una guerra regionale in cui le loro basi e i loro interessi non saranno al sicuro, né l’entità sionista sarà in grado di difendersi dopo il crollo del suo potere di deterrenza e la sua umiliante sconfitta di fronte alla resistenza a Gaza e su altri fronti.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
Dipartimento centrale dei media
14 aprile 2024
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Sulla risposta Iraniana alle provocazioni Sioniste ( tratto da Kulturjam: articolo di semplice riflessione politica)
Il senso dell’attacco iraniano a Israele resta ancora un enigma, e si rischia di perdersi nel fumo della propaganda. Anche i fatti sono coperti da questo fumo, e per esempio non sappiamo i danni reali causati alle basi israeliane colpite.
Tuttavia si può cercare di usare una ragione indiziaria per mettere insieme alcune cose.
Interpretazione dell’attacco iraniano a Israele
1) Quando Israele attacca un’ambasciata straniera, in un paese straniero e sovrano, compie una violazione del diritto internazionale e di fatto equivale a una dichiarazione di guerra. Immaginiamo che cosa si direbbe se i russi bombardassero l’ambasciata francese in Polonia.
2) L’Iran deve rispondere per non perdere la faccia, ma lo fa senza esagerare. Avvisa con 72 ore di anticipo gli americani e tutto il mondo dell’attacco, da il tempo di organizzare una difesa capace di impedire che si facciano troppi danni, evita di colpire obbiettivi civili, forse anche per marcare la differenza con Israele.
3) Quello che abbiamo visto nei cieli israeliani è allora tutta una farsa, una simulazione alla Baudrillard? Una rappresentazione per le rispettive opinioni pubbliche? Molti lo pensano, ma credo sia un errore. Vediamo perché.
4) I droni hanno un costo, e anche i missili per abbatterli ne hanno uno, e bisogna capire il rapporto tra i due, che credo sia molto sfavorevole a Israele, e la guerra in Ucraina ha mostrato che armi moderne e utili sono anche troppo costose in conflitti lunghi.
5) Di quante riserve è dotata Israele per ricaricare quei sistemi di difesa? Non di un numero infinito. Quanti attacchi ripetuti di queste e di più ampie proporzioni può fronteggiare Israele? 5, 6 tornate? Che percentuale di riserve di missili è stata bruciata ieri? Il 20, il 30, il 50%? Difficile dirlo. Ma su questo bisogna ragionare per capire che quel gesto non è stato mera simulazione.
6) L’Iran ha detto: possiamo lanciare attacchi simili per settimane, ondate continue. Lo volete?
7) Ai droni bisogna anche aggiungere qualcosa di diverso. Notizie difficili da confermare dicono che sono stati lanciati non solo missili balistici, ma 4 missili ipersonici. Se fosse vero significherebbe che l’Iran è nel club dei pochi paesi che possiedono quest’arma che buca ogni difesa. in effetti parrebbe che questi siano arrivati dove dovevano arrivare.
8 ) Questo vuol dire che l’Iran ne possiede molti, e non ci sarebbe da stupirsi. L’Iran ha tolto le castagne dal fuoco alla Russia in un momento delicato e di grande difficoltà, fornendo quantità di droni in quel momento. Gli aerei che li trasportavano tornavano vuoti? Lo lasciamo credere alla von der Leyen e a Gentiloni. Possiamo ipotizzare che molte cose sono arrivate in Iran dalla Russia e non solo.
9) C’è una parte del mondo che oramai agisce in maniera forse non del tutto coordinata ma neanche spaiata. Dopo questo attacco ogni paese deve badare alle proprie difese antiaeree. Israele era stato forse tentato di fornire difese a Zelenskij, ma dopo questo se ne guaderà bene. Il ministero della difesa russo non solo non ha condannato l’attacco israeliano, ma ha ironizzato pesantemente riguardo alla richiesta di condanna. Messaggio chiaro anche lì: in Russia le lobbies ebraiche non contano più niente, i tentativi della finanza internazionale di piegarci sono falliti, c’è un sistema finanziario che oramai è impermeabile si poteri della grande finanza. Questo cambia il gioco geopolitico, finisce un”epoca. L’attacco iraniano indebolisce ancora l’ucraina.
10) L’Iran ha chiarito che se si fa sul serio, se viene attaccata, può affondare le portaeree americani. Che può fornire missili balistici ad altri. Russi e cinesi hanno essi stessi lanciato un avvertimento: l’Iran può fare una guerra per procura contro l’Occidente, come l’ucraina la sta facendo contro Mosca. E può diventare l’unico rappresentante della causa islamica, innescando un processo devastante in molti stati, per esempio in Giordania, in Iraq etc.
Mi fermo, in un’analisi parziale, indiziaria.
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Per la PALESTINA: lettera dal Meyer di Firenze
Firenze, 14/03/2024
Poche ore fa siamo venuti a conoscenza della visita della premier Giorgia Meloni ai bambini di Gaza ricoverati presso il nostro ospedale.
La sua visita coincide con la recente pubblicazione, da parte dell’UNRWA, di un grafico che mostra come il numero di bambini uccisi in poco più di 4 mesi a Gaza è superiore al numero dei bambini uccisi in 4 anni di guerre in tutto il mondo messi insieme.
Il bilancio finora è terrificante.
Quasi 13000 bambini sono morti.
Quasi 17000 bambini sono rimasti orfani, abbandonati in uno dei posti più pericolosi al mondo.
Nel frattempo, le condizioni dei bambini ancora in vita si stanno deteriorando velocemente.
Unicef riporta che i casi di diarrea tra i minori di 5 anni sono aumentati del 2000% dal 7 ottobre.
La diarrea acuta e prolungata aggrava gravemente le cattive condizioni di salute e la malnutrizione dei bambini, mettendoli ad alto rischio di morte.
I bambini malnutriti hanno un rischio di morte 11 volte superiore.
Nella striscia di Gaza non si muore solo sotto le bombe.
Non dimentichiamo, inoltre, che i bambini che sopravvivranno alla fame avranno una vita segnata da problemi sanitari come deficit cognitivi e ritardi nella crescita.
Nel contesto di una catastrofe umanitaria che ha visto uccisi circa 340 operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni, a Gennaio 16 paesi hanno deciso di tagliare i fondi a UNRWA, la più grande agenzia umanitaria a Gaza e il principale fornitore di aiuti per i Palestinesi per una perdita di circa 450 milioni di dollari.
L’Italia fa parte di questi 16 paesi.
Questa decisione arriva dopo che la Corte Internazionale di Giustizia ha ordinato un’azione immediata ed efficace per garantire la fornitura di assistenza umanitaria ai civili a Gaza.
Questa decisione implica un forte impatto sull’assistenza salvavita per oltre due milioni di civili, più della metà dei quali sono bambini, che dipendono dagli aiuti dell’UNRWA a Gaza.
Siamo esterrefatti dalla strumentalizzazione che questo governo fa dei piccoli ricoverati e delle loro famiglie mentre lascia consapevolmente morire di fame e di sete il resto della popolazione palestinese ancora in vita.
Un’ipocrisia insopportabile vista anche la posizione internazionale tenuta dall’Italia, completamente aderente a quella di Washington, complice del genocidio dei palestinesi.
Chi protesta per un cessate il fuoco a Gaza viene tacciato di antisemitismo, screditato, criminalizzato e/o manganellato durante manifestazioni pacifiche, come dimostrano recenti fatti nostrani.
L’apice di tutto questo è la presentazione da parte della Lega, di un Ddi che, proprio all’art. 3, vorrebbe garantire il diniego all’autorizzazione di riunioni o manifestazioni che critichino in qualche modo Israele, uno stato sotto indagine per genocidio.
Di fronte a tale incoerenza noi risponderemo continuando ad offrire la migliore assistenza sanitaria possibile a chiunque ne abbia bisogno, bambini e famiglie, senza
discriminazione di alcun tipo.
Un gruppo di operatori sanitari dell’AOU IRCCS Meyer
Basta guerra e carovita: anche Firenze per la campagna di Rifondazione Comunista
Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune:
«Il Governo Draghi è stato presentato come l’unica speranza per salvare il Paese, analogamente a quanto era già avvenuto con Monti, anche se in un contesto completamente diverso. Anche in Palazzo Vecchio, nei primi mesi di pandemia, si è parlato di unità tra tutte le forze consiliari: ma la politica serve a far emergere i bisogni e le differenze di interessi, soprattutto in società fortemente segnate dalla disuguaglianza. Due anni fa si era annunciato che niente sarebbe stato come prima di SARS-CoV-2: purtroppo al momento sono state invece confermate le logiche del recente ventennio, in chiave peggiorativa, soprattutto in risposta alla criminale invasione russa in Ucraina. Per questo abbiamo accolto l’invito di Rifondazione Comunista a collaborare per la conferenza stampa fiorentina della loro campagna nazionale ‘Basta guerra e carovita’».
Lorenzo Palandri, Segretario provinciale PRC Firenze:
«La mattina del 28 maggio siamo stati in tutte le città di Italia per lanciare la campagna contro la guerra e il carovita, in difesa dei redditi delle lavoratrici, dei lavoratori e dei ceti popolari. La velocità con cui sono state trovate le risorse per aumentare le spese militari e il numero di armi da esportare ci dice molto di quali siano le priorità di chi ci ha governato negli ultimi anni. I conti in rosso della sanità, la mancanza di personale e risorse nel pubblico, gli aumenti delle bollette (da noi anche della TARI) e il continuo indebolirsi dei salari ci parlano della necessità di un radicale cambiamento.
I 200 euro, in forma di bonus, sono una risposta del tutto insufficiente. Lo sappiamo bene, come lo sanno quei nuclei familiari a cui ci siamo rivolti pochi mesi fa con la campagna AranC’È, raccogliendo sottoscrizioni da lasciare alle realtà associative e di movimenti che si occupano di diritto all’abitare, per evitare che nelle case si accumulassero debiti per le bollette.
Abbiamo presentato la campagna nazionale “basta guerra e carovita”, che ci vedrà impegnati a Firenze, come in tutta la provincia, con volantini e momenti di confronto con la cittadinanza. Abbiamo bisogno di unire e dare forza all’opposizione sociale nei confronti delle politiche di questo governo, mentre continuiamo a ricercare la massima unità politica tra chi condivide la necessità di proporre un’alternativa allo stato di cose presenti, fuori dal centrosinistra.
Soprattutto nel nostro territorio, in cui il turismo e il precariato sembrano essere l’unica risposta immaginata per il futuro economico della zona».